Medici e infermieri all'aeroporto di Wuhan saluta prima di tornare alle rispettive case dopo la fine del lockdown (foto LaPresse)

Wuhan riapre dopo 76 giorni, con la app sui telefonini e i voli

Daniele Raineri

Ci sono però molti lati oscuri e un rapporto d’intelligence che risale a novembre

Secondo quattro fonti della rete Abc esiste un documento dell’intelligence americana che a fine novembre avvertiva: c’è un contagio in Cina nella zona di Wuhan, sta cambiando il normale corso della vita e degli affari e gli effetti potrebbero essere disastrosi. Il rapporto si basava su intercettazioni di comunicazioni e foto satellitari e chi lo stilò era preoccupato che il contagio potesse minacciare le truppe americane di stanza nell’est asiatico, come in Corea del sud e in Giappone. Il documento fu sottoposto al Pentagono e alla Casa Bianca. E’ possibile che fosse uno delle migliaia di rapporti che ogni giorno passano per le scrivanie del governo americano e tuttavia se la notizia fosse confermata allora quello che sappiamo della pandemia va rivisto. L’inizio della storia va spostato indietro di qualche settimana e quando si parla di contagi è un lasso di tempo che conta molto. Forse il governo cinese non si accorse del virus a dicembre come vuole la versione ufficiale, ma prima. E però il resto del mondo dovette aspettare la sera del 21 gennaio per l’ammissione ufficiale che il virus poteva passare da umano a umano e quindi era un pericolo per tutti. Due giorni dopo le autorità chiusero Wuhan, la città industriale da undici milioni di abitanti che per un mese e mezzo è diventata il simbolo della devastazione portata dal virus – prima che questo ruolo passasse all’Italia. Ieri a mezzanotte dopo settantasei giorni di lockdown Wuhan è stata riaperta e migliaia di persone l’hanno subito lasciata per andare in altre zone della Cina, in autostrada, con i treni (le stime dicono 55 mila) e a bordo di cento aerei commerciali (che hanno ripreso a volare sulla città). Nelle stazioni i passeggeri mostrano a centinaia di volontari che facilitano il flusso il codice collegato alla loro identità sullo schermo del loro telefonino, che può essere di tre colori: verde, puoi andare dove vuoi, giallo vuol dire che sei stato a contatto con una persona infetta e quindi potresti essere un asintomatico e devi andare in quarantena, rosso vuol dire che sei risultato positivo al test quindi vai in quarantena. Soltanto con il verde puoi andare in giro senza problemi, superare i posti di blocco e accedere a certi edifici. Per chi vuole andare a Pechino il codice verde sul telefonino non è sufficiente. Occorre scaricare una app che ti mette su una lista e andare a fare il test di acido nucleico (che serve anche a rilevare la presenza di virus nel sangue) e il test del Covid-19. Se si passano entrambi i test si può prendere il treno per Pechino – ma soltanto mille al giorno per ora, non di più.

Wuhan è la prima città a uscire dal lockdown e nel resto del mondo la guardiamo per capire come saranno le nostre giornate quando le misure restrittive finiranno. E’ possibile che anche in Italia avremo una app sul telefonino che regolerà la nostra esistenza quotidiana di possibili vettori di un virus – in un paese che tenterà di tenere sotto controllo la pandemia e di far ripartire l’economia. Le sole pistole misura febbre che si vedono adesso in giro sono una schermatura troppo rudimentale, fermano soltanto chi ha la febbre alta. A Wuhan oltre alle mascherine dappertutto si vedono grandi barriere gialle che separano l’ingresso dei negozi dalla strada, i passanti si inerpicano da un lato per chiedere ai commercianti dall’altro lato della barriera cosa vogliono acquistare.

 

La riapertura della metropoli ha un lato oscuro. La autorità hanno emesso una nota venerdì scorso per dire che anche se gli spostamenti in città e verso l’esterno diventano di nuovo legali e consentiti molti lockdown locali nelle aree residenziali restano in vigore e le scuole non riapriranno perché la situazione è ancora preoccupante. Un funzionario ha detto al corrispondente del Wall Street Journal che in quartiere hanno trovato “quattro, cinque asintomatici” come parte dei controlli per ammettere di nuovo le persone nei luoghi di lavoro. Il risultato è che le aree residenziali degli asintomatici sono state di nuovo chiuse. Un giornale lunedì ha scritto che ci potrebbero essere tra i diecimila e i ventimila asintomatici a Wuhan, ma l’articolo online è stato tolto dal sito. E ci sono sospetti forti che i numeri ufficiali dei morti e dei contagiati, 2.571 e circa 50 mila, siano molto più bassi di quelli reali.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)