Il “modello cinese” non è un trionfo
Cautela, c’è una seconda ondata di contagi in Cina e molto scontento
-
Il team antivirus
-
Mascherine e museruole
-
Quelli dell'appeasement
-
Non solo Cina. Anche la Germania dona materiale medico all'Italia
-
Portare via i morti
-
Grane cinesi sul governo
-
“Non si può trasformare la Cina nel Grande Salvatore del pianeta”
-
Chiamiamola polmonite cinese
-
L'Asia di sciagure e di cure
-
Propaganda virale
-
Di Maio si aggrappa ancora alla Via della Seta per non sparire
-
La Bestia e il dragone. Torna la bufala sul virus prodotto in laboratorio dalla Cina
Roma. Il “modello cinese” per trionfare contro il coronavirus che in questi giorni vediamo esaltato dai media di stato della Cina e lodato pure da noi in Italia potrebbe non essere così trionfante, nel senso che potrebbe non avere funzionato così bene come crediamo qui – dove siamo alla ricerca di un buon segno qualsiasi. C’è una seconda ondata di contagi che colpisce l’Asia e in particolare proprio la Cina, come scriveva il Financial Times di ieri. Il governo di Pechino sostiene che è tutta colpa dei casi di trasmissione di coronavirus da rientro – i cinesi che arrivano dall’estero – e che il loro numero è salito a 155 da cinquanta che erano due settimane fa. Eppure la Cina ha adottato una politica della quarantena obbligatoria per tutti gli arrivi da fuori – dura i soliti quattordici giorni, sono tenuti a pagare vitto e alloggio – e se la misura è efficace allora vuol dire che c’è ancora qualche sacca attiva di infezione sul territorio cinese. I racconti di ritorno alla normalità nello Hubei, la regione della Cina più colpita dal virus che cerca di uscire da cinquanta giorni di lockdown, andrebbero per questo presi con cautela.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Daniele Raineri
Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)