Il percorso dell'attentatore di Hanau
In Germania un uomo ha ucciso dieci persone e poi si è suicidato. La procura federale ha classificato la strage come un “presunto atto di terrorismo di matrice xenofoba”
Mercoledì sera ad Hanau, città della Germania occidentale a pochi chilometri da Francoforte, un 43enne indicato dagli investigatori tedeschi come Tobias R. – tedesco, licenza di caccia e porto d'armi – ha ucciso nove persone di origine straniera, tra cui alcuni cittadini curdi. La procura federale tedesca che ha acquisito le indagini ha classificato la strage come un “presunto atto di terrorismo di matrice xenofoba”, ha confermato questa mattina il ministro dell'Interno dell'Assia, Peter Beuth.
Il percorso dell'attentatore
In un primo momento, Tobias R. arriva su Heumarkt Straße, nel centro di Hanau. È una stradina laterale con tre piccoli hotel, un'agenzia di viaggi, una pizzeria, un ufficio scommesse sportive e due piccoli bar. Mentre molte persone nei ristoranti vicini guardano una partita di Champions League in televisione, nei due locali c'è poco movimento. Secondo un testimone oculare, il terrorista spara sul barista e sui clienti del “Midnight” un piccolo shisha bar, e uccide due persone. Poi va nell'altro locale, a pochi metri da lì, il "Café-Bar La Votre", in cui c'è una persona. Tobias R. gli spara. Prima o dopo questo omicidio, spara e uccide un giovane sulla strada di fronte al bar. Tutte le vittime erano di origine straniera.
In seguito, l'attentatore si sposta in macchina di due chilometri e mezzo. Arriva nel distretto di Kesselstadt, dove vive anche lui, zona di condomini nella periferia occidentale della città. Parcheggia vicino a un supermercato Lidl e raggiunge un altro baretto frequentato da immigrati, l'“Arena-Bar”. Lì apre il fuoco su altre persone, cinque muoiono subito e almeno un'altra è in pericolo di vita. In un sottopasso lì vicino, qualcuno (probabilmente lui stesso) scrive con una bomboletta spray nera l'indirizzo del sito web di Tobias R.
Dopo i nove omicidi, l'attentatore torna a casa, dove la madre di 72 anni è costretta a letto. La uccide e poi si suicida. Nell'appartamento, riferiscono i media tedeschi, gli investigatori trovano un video e una lettera di rivendicazione in cui l'attentatore afferma che alcuni popoli che non possono più essere espulsi dalla Germania vanno “annientati”.
la sconfitta del dittatore