Lo Stato dell'Unione è uno spot elettorale

Il discorso diventa uno spettacolo televisivo, con tanto di scambi di scortesie con Pelosi e ospiti a sorpresa. Il presidente mette in guardia dalla "minaccia socialista" e non cita l'impeachment nemmeno una volta

Il terzo discorso di Donald Trump sullo stato dell’Unione sarà ricordato per lo “scambio di cortesie” avuto con la speaker Nancy Pelosi e per la chiamata alle armi rivolta agli americani contro la minaccia socialista. Nell’Aula della Camera dei rappresentati la tensione era alta prima ancora che il presidente iniziasse il suo intervento: oggi stesso il presidente sarà assolto formalmente dall’impeachment e i dem vengono dalla brutta figura rimediata alle primarie in Iowa.

 

Trump sale sul palco determinato, consegna il testo del discorso alla Pelosi che gli tende la mano, rifiutata con nonchalance dal presidente americano. Un risolino imbarazzato della speaker chiude il siparietto, che si riaprirà al termine dell’intervento del presidente, quando Pelosi straccerà platealmente il testo appena letto dal presidente. "E' la cosa più cortese che potessi fare considerando le alternative", ha spiegato poi la speaker Pelosi, indicando di avere cercato "almeno una pagina di verità ma senza trovarla".

 

Il discorso è uno spot elettorale e, nonostante i tweet continui di questi mesi, Trump è attento a non citare mai l’impeachment nemmeno una volta, nonostante i sette rappresentanti dell’accusa, membri della Camera, siedano l’uno vicino all’altro, a pochi metri dal presidente. Ma è l’intero discorso a essere presentato come fosse uno show televisivo, con tanto di ospiti d’onore. Come il sergente di prima classe Townsend Williams, che è rientrato prima dall’Afghanistan per fare una sorpresa alla moglie. O la comparsata di Juan Guaidó, il presidente del Venezuela riconosciuto dagli Stati Uniti, simbolo della lotta all’oppressione socialista. Uno dei pochi momenti che ha davvero unito l’Aula. “Signor presidente, vi prego di portare questo messaggio in patria - ha detto Trump rivolgendosi a Guaidó – il socialismo distrugge le nazioni. Ma ricordate, la libertà unifica l’anima”.

 

La presenza del leader venezuelano che si batte contro il regime di Maduro è perfetta per per legittimare ancora di più i risultati economici che Trump presenta con toni trionfali. "In soli tre anni abbiamo bloccato la mentalità del declino americano e abbiamo rigettato il ridimensionamento del destino dell'America", ha esordito il tycoon, che ha dedicato quasi venti minuti ai successi economici. "Andiamo avanti a un ritmo inimmaginabile solo fino a poco tempo fa, e non torneremo mai indietro", ha assicurato il presidente, che ha citato anche i recenti accordi sul nuovo Nafta e sui dazi con la Cina. "A differenza di molti miei predecessori io mantengo le promesse. La nostra economia non è mai stata così forte, il tasso di disoccupazione è il più basso da 50 anni". Infine, Trump ha usato toni sprezzanti contro il Medicare for All dei democratici: “A chi ci guarda da casa stasera, voglio che lo sappiate: non lasceremo mai che il socialismo distrugga il sistema sanitario americano”, ha detto il presidente.

 

Per arrivare poi alla conclusione, senza che Trump abbandoni nemmeno per un attimo i toni da divo televisivo: “Il meglio deve ancora venire”, dice, mentre Pelosi è ancora intenta a strappare il suo discorso.

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