I nostri dati nell'ombra
Il geofencing è lo strumento più di moda nella campagna elettorale di Trump. Il lato “dark” di cui non sapremo mai nulla
Milano. L’aspetto cruciale della comunicazione politica sui social è che quel che ognuno di noi vede – messaggi, pubblicità – è soltanto suo, pensato per lui, gli altri non ne sanno nulla. Ognuno vive nella propria bolla e accadono le sorprese: gli elettori della Brexit dicevano che c’era un’invasione migratoria insostenibile, e quando gli è stato chiesto: ma chi te l’ha detto?, rispondevano: Facebook – il tuo Facebook è diverso dal mio. L’effetto di quella campagna lo conosciamo, la sua entità non la sapremo mai. Ma sta accadendo di nuovo. La campagna per la rielezione di Trump è la più avanzata dal punto di vista digitale, come dimostra il dibattito sul “geofencing”.
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- Paola Peduzzi
Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi