Per i populisti la cultura è importante. Talmente importante da suscitare un interesse ossessivo. Talmente centrale per il loro potere che, una volta al potere, i populisti sanno che per mantenerlo devono far qualcosa per la cultura. Cambiarla. In Polonia e in Ungheria, dove due partiti fratelli sono al governo da diversi anni e sembra che siano anche in trattativa per far parte, un giorno, della stessa famiglia europea, l’attenzione per la cultura si è concentrata sui suoi templi: i musei. E su chi amministra i musei: i direttori. È tutto un continuo riscrivere, un continuo camuffare, un continuo manifestare ai polacchi e agli ungheresi che quello che hanno imparato, celebrato, amato finora non era degno di essere imparato, né celebrato, né amato. Ma riscrivere la storia e rifare l’arte è complicato, bisogna entrare appunto nei loro templi e il PiS in Polonia e Fidesz in Ungheria lo stanno facendo.
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