Boris Johnson (foto LaPresse)

Il cuore o il voto utile? I dilemmi elettorali degli inglesi che oggi votano

Gregorio Sorgi

Gli ultimi sondaggi danno i Tory avanti ma con un recupero laburista. Boris nel freezer e il cannibalismo degli anti Brexit

Londra. La strada che porta al mercato di Portobello nel quartiere londinese di Kensington è tappezzata di manifesti elettorali e di cartelli bianchi che indicano il seggio più vicino. I partiti hanno investito molte risorse per conquistare uno dei collegi più incerti della capitale, dove è prevista una battaglia all’ultimo voto tra conservatori, laburisti e liberaldemocratici. Nel 2017 la deputata del Labour Emma Dent Coad ha vinto a sorpresa con uno scarto di soli venti voti, conquistando un seggio storicamente in mano ai conservatori. Ma nel frattempo la politica di Kensington è cambiata. I Lib-dem, che sono sempre stati una forza marginale in questo collegio, sono dati al primo posto in leggero vantaggio sui conservatori e con un margine più ampio sui laburisti. La competizione tra Dent Coad e Sam Gyimah dei liberaldemocratici, entrambi anti Brexit, però rischia di regalare la vittoria ai Tory.

 

 

Gyimah, un ex ministro conservatore passato ai Lib-dem, ripete da giorni di essere il favorito e invita gli elettori laburisti a votare per lui per tenere lontano Felicity Buchan, il candidato del suo ex partito. In Inghilterra questo fenomeno si chiama “tactical voting”, è sempre esistito ma in queste elezioni sarà ancora più importante. Il voto pro Leave è saldamente in mano ai Tory mentre l’elettorato anti Brexit è diviso tra laburisti e liberaldemocratici, che rischiano di rubarsi voti a vicenda. Due abitanti su tre a Kensington hanno votato per restare nell’Ue, e molti sono rimasti delusi dall’indecisione di Jeremy Corbyn sulla Brexit. “Credo che Dent Coad sia stata penalizzata dalle scelte del partito”, confessa un attivista del Labour: “Le nostre debolezze hanno portato voti ai Lib-dem e penso che molti moderati europeisti voteranno per Gyimah in chiave anti Tory”

 

 

 

I grandi vecchi della politica britannica, tra cui gli ex premier Tony Blair e John Major, hanno invitato a votare il candidato che ha più possibilità di battere i conservatori per negare una maggioranza a Johnson. Tuttavia, alcuni elettori non comprendono questo meccanismo o non si fanno influenzare. Molti abitanti di Kensington alzano le spalle e mostrano un’espressione confusa quando sentono parlare del voto tattico. Una volta spiegato il meccanismo, molti restano della propria idea. “Il tema che mi sta più a cuore è la Brexit e sosterrò il Labour”, afferma una signora anziana: “Sono convinta di vincere, non credo ci sia il rischio di favorire i Tory”. “Voteremo con il cuore”, spiegano due ragazzi di Wandsworth, un quartiere a sud di Londra dove è prevista una sfida alla pari tra Tory e Labour: “Conosciamo il voto strategico, ma non avrà alcun impatto sulla nostra decisione”. Ma questo meccanismo può determinare l’esito delle elezioni, specialmente a Londra dove è prevista una corsa a tre in molti seggi. Secondo le stime di Best for Britain, un movimento anti Brexit, il voto strategico di 41 mila persone in 36 collegi in bilico potrebbe determinare il risultato e privare i conservatori di una maggioranza. Questo è ciò che temono nel quartier generale dei Tory, e lo stesso premier, Boris Johnson, lo ha confessato in un’intervista al Daily Telegraph. I sondaggi sono sempre meno ottimisti per i conservatori, cui servono 326 seggi per tornare al governo. Un sondaggio di YouGov gli attribuisce un vantaggio di solo 28 seggi, in calo rispetto ai 68 di due settimane fa. La peggiore delle ipotesi vede i conservatori con 311 deputati, uno scenario in cui nessun partito avrebbe una maggioranza. Anche alcuni membri del governo rischiano di perdere il loro seggio, e molti elettori potrebbero usare il voto tattico in questi collegi per infliggere un’umiliazione ai Tory. Il ministro degli Esteri Dominic Raab è in leggero vantaggio sui Lib-Dem nel Surrey, mentre la ministra dell’Ambiente Theresa Villiers è sotto ai laburisti nel nord di Londra. Nell’ultimo giorno della campagna elettorale il primo ministro ha proseguito il suo tour delle regioni euroscettiche e filolaburiste che punta a conquistare. Si è recato nello Yorkshire, nelle Midlands, in Galles e in serata ha tenuto un comizio in un centro congressi a Londra. Come ultimo imbarazzo della campagna elettorale Johnson si è rifiutato di partecipare a una trasmissione su Itv mente era in visita a una centrale del latte nello Yorkshire. Per sfuggire alle richieste del cronista il premier si è rifugiato in un freezer accompagnato da un assistente, ed è stato deriso dalle opposizioni. Un altro indizio che i Tory non sono affatto tranquilli.