Jeremy Corbyn (foto LaPresse)

“Quel gran pericolo di Corbyn”

Redazione

Dal ministro degli Esteri d’Israele all’ex capo delle spie inglesi. Una rivolta

Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz si è augurato che Jeremy Corbyn perda le prossime elezioni politiche e ha invocato come motivo le accuse rivolte al leader laburista inglese di antisemitismo. “Non voglio immischiarmi in elezioni interne – ha detto Katz alla Radio militare – ma personalmente spero che non sia eletto, con tutta questa ondata di antisemitismo... Spero che a vincere sia l’altra parte”. Si fatica ormai persino a tenere il conto delle voci ebraiche che scongiurano una elezione del Labour. La scorsa settimana era stato il rabbino capo d’Inghilterra, Ephraim Mirvis, a scendere in campo parlando di un’eventuale elezione di Corbyn come di una sciagura per gli ebrei. Anche l’ex capo dell’MI6 ha definito il leader laburista come un pericolo per la sicurezza nazionale.

 

Sir Richard Dearlove ha spiegato che Corbyn rappresenterebbe un “pericolo per il nostro paese” se avesse accesso a documenti top secret. “Oggi, nella casa della democrazia parlamentare, ci troviamo di fronte alla possibilità che un leader del Partito laburista che una volta preferiva il modello politico ed economico della Germania dell’est possa diventare primo ministro” ha scritto Dearlove. “Non penso nemmeno al rischio di consegnare a questo politico le chiavi del numero 10”. E qui le due denunce, di parte ebraica e dell’establishment di sicurezza, convergono. Corbyn, infatti, ha abbracciato organizzazioni terroristiche come Hamas e Hezbollah, ha prestato il suo volto alla tv del regime iraniano Press Tv e sostiene regimi come il Venezuela di Maduro o, negli anni Novanta, la Serbia di Milosevic. “Corbyn ha le opinioni più radicali sulla sicurezza nazionale di qualsiasi leader nella storia del Partito laburista” scrive l’Economist. Non ha soltanto flirtato con i nemici degli ebrei e di Israele, ma anche della democrazia occidentale.

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