Klaus Iohannis (foto LaPresse)

Voglia di normalità in Romania

Redazione

Il voto europeista di Bucarest che non vuole più essere un’eccezione in Ue

Votare in Romania è stato un modo per dire: vogliamo essere normali. Klaus Iohannis, presidente uscente e volto del Partito liberale (Pnl), ha vinto il ballottaggio di domenica scorsa ottenendo più del 60 per cento delle preferenze. A sfidarlo c’era l’ex primo ministro, Viorica Dancila, esponente del Partito socialdemocratico (Psd) e rappresentante di una legislatura che ha fatto smarrire alla Romania la rotta verso le riforme chieste dall’Unione europea. La vittoria di Iohannis era attesa, i socialdemocratici sono segnati da anni di scandali, il loro leader Liviu Dragnea non è mai potuto diventare primo ministro per le accuse di corruzione – la condanna a tre anni è arrivata qualche mese fa – e il governo di Viorica Dancila è caduto in ottobre. Al suo posto è stato nominato Ludovic Orban, un liberale, che avrà il compito di preparare il paese alle elezioni anticipate.

 

In questi anni i romeni hanno protestato soprattutto per il tentativo del Partito socialdemocratico di fermare la lotta alla corruzione voluta dall’Unione europea e gestita dalla Dna, Direzione nazionale anticorruzione, hanno protestato per gli scandali e anche per la vergogna e per la voglia degli elettori di diventare normali. Il voto in Romania non è stato un urlo, è stato la richiesta di un popolo diventato europeo da poco, nel 2007, di continuare su quella strada, prima di perderla. E’ stato un voto pro establishment e un voto pro Europa. Un voto normale. Iohannis, che in questi anni ha cercato di contrastare il governo, ha fatto da custode delle promesse all’Unione europea e da garante quando Bucarest si preparava ad assumere la presidenza del semestre europeo, poi ha fatto in modo che la nuova Commissione di Ursula von der Leyen non dovesse ritardare, ancora, il suo insediamento per i fallimenti del governo socialdemocratico che è caduto prima di nominare un nuovo commissario da mandare in Ue. Iohannis non brilla per carisma, ma è una sicurezza. I romeni non cercavano altro.

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