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Tiranni e schiavisti al vertice dei diritti umani

Nuove nomine all’Onu: Venezuela, Mauritania, Libia, Eritrea e Sudan

Cosa poteva escogitare di più brillante il Consiglio dei diritti umani dell’Onu dell’esclusione di una piccola democrazia che funziona, il Costa Rica, e far entrare il Venezuela, da anni in uno stato di collasso economico e che ricatta la popolazione in cambio di cibo e cure mediche? Il massimo organo umanitario delle Nazioni Unite ha appena rinnovato i propri paesi membri. Kelly Craft, rappresentante degli Stati Uniti al Palazzo di vetro, ha condannato il voto: “Rafforza il motivo per cui gli Stati Uniti si sono ritirati”.

 

Eletti anche la Mauritania, nonostante pratichi ancora lo schiavismo; la Libia, il Sudan e l’Eritrea, la “Corea del nord africana”. Solo dodici paesi non hanno sostenuto la candidatura del Sudan, solo quindici hanno negato il loro sostegno alla Mauritania e solo diciannove sono stati incapaci di votare per la Libia. Freedom House, la ong con sede a Washington che valuta i paesi sui diritti politici e le libertà civili e li classifica come “liberi”, “non liberi” o “parzialmente liberi”, inserisce Venezuela, Mauritania, Sudan e Libia fra le dittature peggiori al mondo. Il direttore di Un Watch, Hillel Neuer, ha definito “assurda, immorale e offensiva” l’elezione del regime di Maduro. Almeno tredici paesi europei hanno votato per la Mauritania o si sono astenuti e almeno nove stati della Ue hanno votato per la Libia o si sono astenuti. “Non un solo paese europeo si è pronunciato contro le dittature”, ha detto Neuer. Da anni si continua a invocare l’intervento dell’Onu nei teatri di conflitto, per sanare tensioni fra i paesi, per portare la pace, per mettere ordine, per correggere i torti. L’ennesima infornata di stati falliti, di dittature e di satrapie al più alto scranno dei diritti umani dimostra che l’Onu non soltanto non può adempiere al ruolo che vorremmo che svolgesse, ma che è persino parte del problema. Non metti una volpe a guardia del pollaio, non chiami Dracula a dirigere la banca del sangue, non arruoli un molestatore seriale in un centro di aiuto alle donne. Non chiami chi spara, chi tortura, chi affama e mette in catene la propria popolazione nel Palazzo delle nazioni di Ginevra.