Philippe Lamberts durante una manifestazione dei Verdi

Non c'è ancora posto per il M5s tra i Verdi europei

Luciana Grosso

Philippe Lamberts ci spiega perché il suo gruppo non può dimenticare il passato euroscettico del Movimento, ma intanto è disposto a incontrarli 

Philippe Lamberts, capogruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, parla chiaro: “Per ora l’ingresso dei 5 Stelle all’interno del nostro gruppo è fuori discussione”. Lo dice sicuro, ribadendo quello che aveva detto a Il Foglio lo scorso giugno, anche se un po’ (un pochino) sul finire della conversazione, smorza i toni.

  

“Le perplessità di noi Verdi sul Movimento 5 Stelle rimangono e sono sempre le stesse del due di giugno: non intendiamo allearci con un partito che è (o è stato, poco importa) alleato della Lega di Matteo Salvini, e non intendiamo avvicinarci a un partito nella cui dirigenza c’è una figura opaca come quella di Davide Casaleggio: un imprenditore privato a capo di un’azienda commerciale”.

  

 

  

Niente di nuovo, nelle parole del capogruppo ambientalista, non fosse che, da giugno a oggi, in Italia, è cambiato il mondo. “Sappiamo che l’alleanza tra il Movimento e la Lega è finita e che il loro governo non esiste più. Ma sappiamo anche che c’è stata, che i due gruppi politici hanno governato in relativa armonia per più di un anno, condividendo politiche che noi rigettiamo completamente, come quelle di un malcelato antieuropeismo o come quelle sull’immigrazione, che anzi, a quel che so Luigi Di Maio vuole confermare. Infine c’è un dettaglio che chi parla dell’alleanza con Salvini come se fosse preistoria tende a dimenticare: non sono stati i 5 Stelle a staccare la spina. Anzi. Probabilmente se Salvini non avesse fatto saltare il banco, i due governerebbero ancora insieme”. Poi, ribadisce Lamberts c’è la questione Casaleggio: “A che titolo un imprenditore privato, riveste un ruolo così importante e chiave in un partito politico? Perché dovremmo fidarci, o addirittura far entrare in casa nostra, chi ha avuto contatti con Steve Bannon, con la Lega e con altri gruppi di destra? In nome di cosa? Cosa abbiamo in comune?”.

  

E qui, come anticipato, i toni di Lamberts, d’improvviso si ammorbidiscono: “Personalmente non apprezzo per nulla personaggi come Di Maio o Alessandro Di Battista o Beppe Grillo, ma in questi ultimi anni al Parlamento Europeo ho avuto modo di lavorare con numerosi deputati del Movimento. Loro mi sono sembrate persone ragionevoli e, anzi, su molti temi, mi sono parsi compatibili, ove non allineati, sulle nostre posizioni. Ottime persone, ottimi colleghi, sinceri nel difendere le politiche ambientaliste”.

  

  

Quindi? Quindi per ora non se ne fa niente. Domani chissà. “Del resto è vero che per un anno i 5 Stelle hanno governato con la Lega, ma è anche vero che nel 2018, dopo aver vinto le elezioni, proposero un’alleanza di governo al centrosinistra del Partito democratico. Accordo che Matteo Renzi fece saltare, forse per calcolo. Lo stesso Matteo Renzi che un anno dopo, forse per un altro calcolo, ha ricostruito questo asse, salvo poi sfilarsene poche settimane dopo…”.

 

Quindi- insistiamo- ci sono margini di manovra? Lamberts smentisce seccamente, anche se aggiunge: “I 5 Stelle hanno chiesto di incontrarci e lo faremo, già questa settimana”. Ma stretta è la via. Anche perché, prima di salutarci, Lamberts, ci confida una sua impressione. “Pochi giorni fa è venuto qui a Bruxelles Giuseppe Conte. La sensazione, del tutto personale, che ho avuto è che Conte non vedrebbe di buon occhio un ingresso dei 5 Stelle nei Verdi. Credo che personalmente preferirebbe che entrassero nel gruppo dei Liberali di Renew Europe, l’ex Alde”. 

 

Ce li vedete voi i 5 Stelle nello stesso gruppo dei macroniani?

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