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“Hulk” Johnson scappa dai fischi dei no Brexit in Lussemburgo

Il premier britannico ha annullato la conferenza stampa con il primo ministro lussemburghese Xavier Bettel si trasforma in una contestazione pubblica

Un incontro “amichevole” per confermare che “i negoziati sulla Brexit continueranno ad alta velocità”. Jean Claude Juncker sintetizza così il pranzo di lavoro di oggi in Lussemburgo con il primo ministro britannico Boris Johnson, prima che una nota della Commissione europea sottolinei che “è responsabilità del Regno Unito proporre soluzioni operative sotto il profilo legale compatibili con l'Accordo di divorzio”. L'Ue aspetta una mossa della Gran Bretagna, anche se Johnson nell'incontro di oggi non ha portato nessuna novità, nonostante le rassicurazioni: Downing street, in una nota, ribadisce “la determinazione a raggiungere un accordo sulla Brexit che non includa il backstop, in modo che i parlamentari possano sostenerlo”. Ed è proprio riguardo all'accordo sul backstop – ossia sul mantenimento di un confine senza interruzioni tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda quando il Regno Unito lascerà l'Ue – che permane il maggior scetticismo della Commissione europea, come riporta la Bbc.

 

Il premier inglese è convinto che un accordo si troverà al vertice del 17 ottobre, quindi in tempo per il divorzio previsto il 31 ottobre. Per questo ha affermato che "non vi è alcuna intenzione di estendere il periodo di attuazione della Brexit oltre il limite stabilito”, quello del dicembre 2020. E ha ribadito che i britannici sono con lui in questa trattativa.

 

In Lussemburgo però i suoi connazionali non gli danno ragione. Fuori dal cancello del palazzo dove ci sono gli uffici del primo ministro lussemburghese Xavier Bettel, in molti, cittadini britannici e no, hanno manifestato dissenso rispetto alle scelte del premier del Regno unito.

 

 

Dopo la contestazione Boris Johnson ha annullato la conferenza stampa che doveva tenere con Bettel. Una decisione che sembra stridere con il supereroismo millantato ieri dal leader conservatore quando sosteneva che il Regno Unito avrebbe lasciato "l'Ue come farebbe il supereroe Hulk".

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