Il presidente russo Vladimir Putin presenta le nuove armi strategiche, tra cui il missile che non può essere intercettato dai sistemi americani

L'incidente nucleare insabbiato da Putin è sintomo di debolezza per Mosca

Daniele Raineri

C’è stato il secondo problema con armi nucleari in pochi mesi, senza contare le proteste nella capitale e gli incendi non domati

Roma. La Russia tenta di insabbiare un incidente nucleare avvenuto giovedì 8 agosto nella regione di Arcangelo, nel nord del paese – poco più di un mese dopo un altro incidente nucleare sfiorato a bordo di un sottomarino nel mare di Barents (il primo luglio quattordici ufficiali russi riuscirono a contenere un incendio e a tenerlo isolato dal reattore nucleare, ma morirono per i fumi). Quest’ultimo incidente secondo fonti americane sentite dal New York Times potrebbe essere legato a un programma militare della Russia per creare un missile in grado di bucare le difese della Nato e dell’America – qualcosa a proposito di questo programma era già uscito l’anno scorso a marzo e a luglio dopo che il ministero della Difesa russo aveva pubblicato una simulazione e molti giornali avevano ripreso la notizia con titoli come “Le superarmi di Putin” oppure “Il supermissile di Putin” .

  

Sabato l’agenzia atomica russa, Rosatom, ha annunciato con un comunicato asciutto che cinque scienziati sono morti assieme a due altre persone in un incidente nucleare durante il test di un motore per un razzo. Rosatom è stata costretta a emettere il comunicato perché a quel punto la fuga di notizie era diventata troppo difficile da controllare. Giovedì nella città di Severodvinsk vicino al luogo dell’incidente la portavoce della municipalità aveva detto che i dati registrati (da un ente che fa capo al governo stesso) avevano segnalato un picco di radiazioni venti volte superiore al normale poco dopo mezzogiorno. Venerdì però il lancio della notizia è sparito dal sito della municipalità. Una infermiera nell’ospedale della città, raggiunta al telefono dalla Bbc, ha detto che erano arrivati alcuni feriti ustionati e che aveva sentito la raccomandazione di tenere le finestre chiuse e di prendere ioduro di potassio, che mitiga gli effetti delle radiazioni. Nel frattempo sono cominciate a circolare su internet le immagini del trasferimento e dell’arrivo dei feriti a Mosca, dentro tre ambulanze sigillate con pellicola di plastica e con infermieri protetti da tute speciali per ridurre il rischio da contaminazione radioattiva. E le autorità russe hanno ordinato la chiusura alla navigazione per un mese di un tratto di circa 250 chilometri quadrati della baia di Dvina nel mar Bianco – uno specchio d’acqua nella parte più a nord del paese dove c’è il poligono della Marina militare di Nenotska usato per i test missilistici.

  

 

Gli esperti americani ipotizzano che i russi stessero lavorando a un prototipo del missile 9M730 Burevestnick, che nella classificazione occidentale si chiama SSC-X-9 Skyfall. La particolarità di quest’arma sarebbe nel sistema di propulsione, che è affidato a un reattore nucleare miniaturizzato e non più al combustibile normale. Se funzionasse davvero, lo Skyfall sarebbe in grado di volare e raggiungere qualsiasi punto del pianeta senza problemi di autonomia e potrebbe anche seguire rotte tortuose e del tutto imprevedibili. Così metterebbe in crisi i sistemi di difesa occidentali, che si basano sul fatto che missili balistici russi che portano le testate atomiche volano ad arco fuori dall’atmosfera e seguono traiettorie prevedibili. Ma gli americani hanno smesso da decenni di sperimentare questa tecnologia perché la considerano impossibile da realizzare e quello che è successo giovedì nel Mar Bianco potrebbe essere una conferma.

   

Il governo russo tiene molto a proiettare un’immagine di potenza davanti al resto del mondo, ma in qualche caso è smentito dai fatti. In queste settimane il presidente russo Vladimir Putin fronteggia alcune proteste di durata inaspettata a Mosca e una catastrofe ambientale in Siberia, dove un incendio troppo vasto per essere controllato ha consumato un’area grande quanto la Svizzera e sul suo cammino ha fatto saltare in aria alcuni depositi militari. Di fatto il governo ha lasciato le fiamme andare avanti perché spegnerle sarebbe stato troppo costoso.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)