Markus Söder (Pixabay)

Così la destra tedesca s'appropria dell'ambientalismo (versione bavarese)

Daniel Mosseri

I Grünen avanzano in Germania, ma anche gli altri partiti diventano propositivi sull’ecologia. La scommessa di Söder

Berlino. Era il maggio del 1989 e Jean Marie Le Pen, a un mese dalle elezioni europee, paragonava gli ecologisti a un cocomero: verdi di fuori ma rossi (e perciò comunisti) di dentro. Più di recente, il 91enne politico francese, attivo fra i neofascisti e i neonazisti d’Europa dell’Alleanza per la Pace e la Libertà, ha definito il 13,48 per cento ottenuto alle europee nel suo paese da Europe Écologie “una truffa, perché l’ecologia è la conservazione degli equilibri naturali. Si tratta quindi di un valore di destra”. Le Pen ha solo visioni a tinte forti ma basta attraversare il Reno per verificare che le categorie destra e sinistra non bastano a raccontare l’ecologismo. In un paese come la Germania in cui gli uffici scolastici regionali hanno pensato di multare professori e alunni che sono accorsi in massa ai “concerti” per strada di Greta Thunberg durante l’orario delle lezioni, la tutela dell’ambiente non è più etichettabile in maniera dicotomica. E non da oggi: era il 2011 quando Angela Merkel scippò a sorpresa i Grünen della storica battaglia contro le centrali nucleari ore dopo il disastro di Fukushima. Da allora l’Energiewende, la svolta energetica, è entrata nei programmi di tutti i partiti, obbligati a discutere di pale eoliche, di emissioni e della chiusura delle miniere di carbone.

 

Di recente i Grünen hanno trovato nuovo vigore anche là dove erano tradizionalmente poco incisivi: in Baviera a ottobre 2018, i Verdi hanno sfiorato il 18 per cento mentre alle ultime europee hanno ottenuto il 20,5 a livello federale. Complice anche il crollo inesorabile dei socialdemocratici, i Grünen tallonano la Cdu – passata nel frattempo nelle mani della delfina di Merkel, Annegret Kramp-Karrenbauer (Akk) – puntando a diventare un partito di massa, molto attento a temi quali i diritti umani, l’economia 4.0 e anche l’ecologia. Non bisogna dunque stupirsi nell’apprendere che nel frattempo la Csu, costola bavarese del partito di Akk, si è attrezzata per combattere sul terreno dell’ecologia. E’ stato Markus Söder, il governatore del Libero Stato di Baviera, ad annunciare che il suo Land sarà il primo in Germania a emissioni zero (“klimaneutral”). Non contento, Söder ha anche proposto di inserire la protezione dell’ambiente e del clima nella Costituzione tedesca. “Siamo di fronte alla sfida del secolo, abbiamo bisogno di un patto per il secolo”, ha detto Söder alla Süddeutsche Zeitung. La protezione dell’ambiente, ha aggiunto, “è un obiettivo troppo importante per ridurlo a capitale politico di un partito”.

 

Parole accompagnate da misure per dimostrare ai tedeschi che la Baviera fa molto sul serio. Tecnologia e innovazione saranno gli obiettivi del governo regionale, ha detto Söder, eliminando dalla flotta di auto della Baviera quelle alimentate a benzina o diesel. Monaco concederà poi incentivi fiscali per chi usa mezzi “verdi” chi aumenta l’efficienza energetica della propria casa. E ancora sì a una politica di scambio dei certificati, “più efficiente della tassa sulle CO2” mentre dovranno essere piantati 30 milioni di alberi negli 800 mila ettari di foresta demaniale. Regole severe per i prodotti di plastica, terreni agricoli bio portati al 30 per cento del totale, misure per proteggere le api e la biodiversità sono fra gli altri obiettivi del governo.

 

Oltre che all’ambiente, Söder guarda agli appuntamenti elettorali. E se i Grünen incalzano la Cdu, lui intende incalzare i Grünen sfruttando due circostanze a suo favore. Con il 60 per cento dei consensi in Baviera, Söder è fra i governatori più apprezzati in Germania mentre Akk, di recente promossa alla Difesa, stenta ancora a sfondare. C’è poi una questione ciclica: circa ogni 20 anni la Csu reclama la guida del governo federale. Nel 1980 ci ha provato Franz Josef Strauss; nel 2002 Edmund Stoiber. A fine 2021, Söder potrebbe candidarsi come alternativa moderata a un altro papabile candidato cancelliere: il leader dei Grünen Robert Habeck.