Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky (Foto LaPresse)

Sicurezza ucraina

Micol Flammini

Kiev sequestra una petroliera russa e tutti si domandano se ora Zelensky vincerà anche la guerra

Roma. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per ora sembra destinato a vincere qualsiasi cosa, la presidenza, il governo, e chissà, forse anche la fine delle ostilità con la Russia. Giovedì i servizi di sicurezza ucraini (Sbu) hanno sequestrato la petroliera russa Nika Spirit, che era entrata nel porto di Izmail, nella regione di Odessa. I funzionari di Kiev seguivano da mesi la nave, sospettavano che si trattasse di una delle imbarcazioni che lo scorso novembre avevano bloccato sullo stretto di Kerch le tre navi ucraine che poi vennero sequestrate da Mosca, che arrestò anche i 24 marinai dell’equipaggio. A novembre si arrivò a un punto di tensione molto alto, vennero imposti il blocco navale e la legge marziale, era un periodo confuso in cui il pericolo di un crescendo delle ostilità nella regione nel Donbass, e l’Ucraina, già entrata in temperie elettorale, avevano riportato il mondo indietro al 2014, quando esplose il conflitto lungo i confini orientali di Kiev. 

 

La Nika Spirit si chiamava Neyma, anche il ministero degli Esteri russo ha confermato il cambiamento del nome e sarebbe stata ribattezzata “allo scopo di nascondere la sua partecipazione alle aggressioni”. Mosca dice che non è vero, ha minacciato ritorsioni e parlato di azioni illegali da parte degli ucraini, che però, dopo il sequestro, hanno rilasciato i dieci marinai russi. Nel mare si agita il conflitto tra Russia e Ucraina e il ruolo di Zelensky nel sequestro non è ancora chiaro. Qualcuno crede si sia trattata della prima azione antirussa da parte del presidente, altre fonti governative smentiscono – due settimane fa il presidente aveva iniziato a negoziare con Vladimir Putin uno scambio di prigionieri –, e affermano che sia stata la Sbu dopo mesi di indagini a decidere di bloccare la petroliera, entrata in porto per una riparazione. In sette mesi Zelensky, da attore comico e presidente in una serie tv, è diventato presidente per davvero. Poi ha indetto elezioni anticipate e il 21 luglio gli ucraini lo hanno scelto di nuovo, hanno scelto il suo partito Sluha Narodu e lui ha voluto rinnovare tutto, facendo entrare in Parlamento personaggi dal profilo ameno, come lui, cantanti, sportivi. Gli ucraini sperano che questa freschezza e questo colore arrivino ovunque, anche nel Donbass, e spengano il conflitto. Dopo il sequestro della Nika Spirit c’è stata una reazione di contentezza e soddisfazione generale, qualcuno avrebbe voluto che Kiev fosse più dura e non rilasciasse i marinai, “i russi capiscono solo la forza”, anche gli Stati Uniti hanno detto “di essere soddisfatti di come Kiev ha gestito la situazione”. Sia stato lui o meno a ordinarlo, al momento non importa, gli elettori si aspettano sorprese, e le sorprese stanno arrivando.

 

Gli ucraini sono un popolo impaziente e lo hanno dimostrato nelle ultime elezioni, in cui hanno punito Petro Poroshenko per non aver dato loro quello che aveva promesso cinque anni fa: lotta alla corruzione e più Europa. Se Zelensky vorrà mantenere il suo potere, e la sua popolarità, dovrà imparare questa lezione, che le promesse vanno mantenute in fretta. Ha il pieno controllo del ramo legislativo e dell’esecutivo, cosa che non accadeva dal periodo comunista, il suo mandato ha tutto ciò che occorre per accelerare le riforme che ha promesso. Per ora sta cercando di ripararsi il più possibile sotto la protezione dell’Europa, dopo la vittoria in aprile è andato a trovare Emmanuel Macron e Angela Merkel – è stato accolto dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk – che pure gli avrebbero preferito Poroshenko. Zelensky è imprevedibile, anche per questo i leader europei lo hanno accolto con cautela, ma rimane una domanda che suona come un’ipotesi: se questa imprevedibilità fosse una soluzione contro la Russia?