Hamed Abdel-Samad

L'egiziano con sei guardie del corpo

Giulio Meotti

“Chi grida all’islamofobia fa il gioco degli islamisti”. Parla Hamed Abdel-Samad

Roma. Qualche giorno fa, il sociologo egiziano-tedesco Hamed Abdel-Samad è arrivato all’Università Goethe di Francoforte. Ha potuto “parlare liberamente – racconta la Frankfurter Allgemeine Zeitung – ma con sei guardie del corpo fuori dalla sala conferenze”. Abdel-Samad non è il solo critico dell’islam sotto scorta in Germania. Un gruppo di ricercatori ha lanciato a Francoforte una iniziativa per una comprensione laica dell’islam. Quattro di loro ora si muovono con guardie del corpo. “Perché sono nella lista di tutti i radicali”, dice alla Faz Susanne Schröter, la docente della Goethe che ha promosso l’iniziativa. Poche ore dopo la conferenza, Abdel-Samad ha scoperto che YouTube aveva cancellato il suo canale, Hamed.Tv. “Bravo, YouTube! Gli islamisti vogliono uccidermi e YouTube soddisfa i loro desideri! Il mio canale è stato cancellato senza preavviso. Aveva 120 mila abbonati e oltre 25 milioni di clic. Il social network gestisce tutti i canali islamisti che spargono odio e violenza, ma continua a mettere a tacere le voci critiche”.

 

“Non ho ricevuto neppure un preavviso, hanno semplicemente eliminato il mio canale, ma accade spesso con le critiche all’islam”, racconta Hamed Abdel-Samad al Foglio. “I social media, come YouTube, stanno chiudendo tutti gli spazi di critica del mondo islamico. Ci sono molte ragioni: l’autocensura, la paura dell’islam e la quantità di islamisti che lavorano nei social, monitorizzano canali e account e li segnalano tutto il tempo. Non c’è mai stato un solo canale chiuso per le sue critiche al cristianesimo. L’islam gode di una speciale protezione. Io mi occupavo di idee. Un anno fa mi ero rivolto in tre lingue ai giovani musulmani europei: ‘Non ascoltate la propaganda islamista’. Ho sempre invocato la pace, il rispetto, la tolleranza, la libertà. I giovani musulmani condividevano i miei lavori. Ora in nome della lotta alla ‘islamofobia’ i social chiudono questi spazi di libertà”. 

 

Il paradosso è che un intellettuale di origine egiziana, che in Germania deve girare con un battaglione di polizia al seguito per le sue critiche all’islam, si vede spesso censurato in Europa.

“Ho lasciato l’Egitto per l’Europa per parlare liberamente, questo canale era di mia proprietà da quattro anni e milioni di persone non possono più vedere e sentire quello che ho da dire”, ci dice Abdel-Samad. “Un’altra narrativa opposta all’islamismo è stata cancellata. Migliaia di ore di lavoro e ricerca perdute. Parlavo di riforme, laicità, cristiani in medio oriente. Che arroganza! E’ un jihad mediatico e l’hanno iniziato gli islamisti, ma ora gli occidentali li aiutano. I terroristi vogliono uccidermi, i musulmani ordinari dicono che ‘offendo’ i loro sentimenti religiosi e gli attivisti occidentali ci mettono il carico da novanta accusandomi di essere di ‘estrema destra’, cosa falsa. Non ho mai insultato nessuno. Gli intellettuali occidentali si sono posizionati con gli islamisti. Sto anche pensando di fermarmi”.

 

Il canale YouTube di Abdel-Samad è stato riattivato dopo le proteste e le petizioni, ma il sociologo era già stato al centro di un altro clamoroso caso di autocensura, in Francia, per il suo libro più famoso. La casa editrice Piranha aveva acquisito i diritti in francese di “Der islamische Faschismus”, il suo bestseller uscito in Italia per Garzanti. Jean-Marc Loubet, patron della casa editrice, annunciò che la pubblicazione del libro era impensabile in Francia dopo Charlie Hebdo, ma anche perché avrebbe portato “acqua al mulino dell’estrema destra”. “La libertà di parola sta morendo passo dopo passo, non muore di colpo di notte, ma lentamente”, dice ancora Abdel-Samad al Foglio. “In Europa prima che arrivasse l’islamismo tutti potevano dire quello che volevano. L’islamismo ha imposto le sue regole a tutta l’Europa”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.