A Londra la protesta degli ambientalisti di Extinction Rebellion (foto LaPresse)

A Londra, ambientalisti contro tutti

Paola Peduzzi

I ribelli bloccano la città e vanno a casa di Corbyn, che li ignora. Grande imbarazzo

Milano. Gli attivisti di Extinction Rebellion, ambientalisti che si incollano tra di loro per fare catene umane (a volte usano anche le catene delle bici), stanno bloccando Londra da lunedì: traffico deviato a Marble Arch, al Waterloo Bridge, a Oxford Circus e alla piazza del Parlamento, e anche la metropolitana ha accumulato ritardi. Giovedì sono andati anche a casa di Jeremy Corbyn, il leader del Labour, gli hanno messo delle uova di Pasqua e dei fiori davanti a casa, si sono seduti e incollati – erano in quattro – e lo hanno aspettato. Ci piace il Labour, dicevano, ma vorremmo che facesse di più per l’ambiente. Corbyn è uscito di casa e ha tirato dritto, mentre sua moglie ha lanciato dietro ai quattro le uova e i fiori. Ci dispiace che si sia arrabbiata la signora, hanno detto i tapini, volevamo soltanto fare un regalo. Ma a ferirli di più è stato Corbyn, che li ha ignorati: una delle attiviste si è quasi messa a piangere. Poi Corbyn si è pentito, ha detto che li incontrerà: s’accorge sempre in ritardo, il leader del Labour, della necessità di nascondere il proprio istinto su questioni care all’elettorato laburista, come l’ambiente, come la Brexit, per dire.

  

 

Ma tutta la città è in grande imbarazzo nei confronti di questi ribelli che, come avevano preannunciato, stanno rendendo la vita impossibile ai londinesi e a chi va nella capitale per lavorare. Al punto che ci sono poliziotti che ballano con gli attivisti (a Oxford Circus hanno chiesto al dj di mettere alcune canzoni, “I should have known better” dei Beatles anche) e altri, la maggior parte, che li arrestano: i manifestanti in manette sono circa 400, tre sono comparsi davanti al giudice giovedì mattina, si erano arrampicati su un treno a Canary Wharf e non lo hanno lasciato partire. Il sindaco laburista e ambientalista, Sadiq Khan, ha chiesto ai ribelli di fermare l’assedio alla città: se volete che vengano utilizzati più mezzi pubblici che automobili, perché bloccate i mezzi pubblici?

 

Ma secondo i ribelli, soltanto “la disruption economica salverà vite nel lungo periodo”, e tutti gli appelli sono caduti nel vuoto. Mentre Khan viene attaccato da destra perché con la sua retorica ambientalista ha incoraggiato questa disruption, e mentre il ministro dell’Interno Sajid Javid viene attaccato per l’incapacità di mantenere l’ordine, oggi i ribelli si sono dati appuntamento alla stazione di benzina fuori da Heathrow: ci dispiace per le famiglie che non riusciranno a partire per le vacanze pasquali, ma dobbiamo bloccare tutto, ci ringrazierete, un giorno.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi