Albert Rivera (foto LaPresse)

Ma Ciudadanos non era antipopulista? In Andalusia non esclude l'alleanza con Vox

Eugenio Cau

Il partito centrista spagnolo guidato da Albert Rivera vorrebbe una grande coalizione per guidare la regione, ma guarda anche all’ultradestra

Roma. Per molti mesi i media europei hanno parlato di un’unione transnazionale di forze moderate che possa fare da argine all’ascesa dei populisti alle elezioni europee, e magari anche oltre. Di questa alleanza il leader riconosciuto è il presidente francese Emmanuel Macron, esponente per eccellenza di tutto ciò che in Europa è moderato e centrista, e ultimo argine (malconcio) contro l’ondata populista nel Vecchio continente. I due leader europei più affini all’iniziativa sarebbero Albert Rivera, presidente dei centristi spagnoli di Ciudadanos, formazione che con l’En Marche! macroniana ha avuto ampi contatti, e Matteo Renzi, l’ex segretario del Partito democratico. I tre hanno storie e progetti diversi, ma l’alleanza europeista, in fondo, si basa su un comandamento soltanto: dire no ai populisti. Ora, l’alleanza ancora non è nata, e chissà mai se nascerà per davvero, ma uno dei suoi contraenti è già sul punto di violare il suo primo e unico precetto: Albert Rivera, nelle elezioni regionali andaluse, si è detto pronto a fare un patto di governo con i populisti di ultradestra di Vox.

 

Le elezioni in Andalusia sono state un cataclisma per la politica spagnola. Hanno amplificato alcuni fenomeni che già erano presenti, come la crisi dei partiti tradizionali (Partito socialista e Partito popolare) e il successo dei partiti (semi) nuovi come appunto Ciudadanos, ma hanno anche segnato per la prima volta l’ingresso in un’assemblea legislativa spagnola di un partito dell’ultradestra populista, che si dice vicino a Viktor Orbán e ha un leader che non disdegna l’appellativo di fascista.

 

La matematica parlamentare impone soltanto due possibili soluzioni per governare la più popolosa regione di Spagna: una grande coalizione che comprenda socialisti, popolari e Ciudadanos e una coalizione di destra che comprenda popolari, Ciudadanos e, appunto, gli estremisti di Vox. (Ci sarebbe una terza opzione che comprenderebbe socialisti, Ciudadanos e Podemos, ma è molto improbabile).

 

Mercoledì, a Madrid, la direzione nazionale di Ciudadanos, che comprende Rivera, la leader catalana Inés Arrimadas e il candidato andaluso Juan Marín, si riunirà per decidere la strategia, ma tutte le anticipazioni, e le molte dichiarazioni di questi giorni, comprese quelle uscite da un incontro preliminare lunedì a Siviglia, rivelano che Ciudadanos indicherà come soluzione alla crisi la grande coalizione. Si tratta di un’opzione molto difficile da realizzare, sia perché socialisti e popolari non ne vogliono sapere, sia perché Ciudadanos, che delle tre forze è la meno votata, vorrebbe che il suo candidato diventi governatore, come rappresentante del partito della mediazione. Se, come è assai probabile, l’opzione A non dovesse realizzarsi, allora i dirigenti di Ciudadanos dicono che “non si può escludere nessun scenario”, che vuol dire: potremmo anche allearci con Vox per fare una coalizione tutta a destra.

 

A giudicare da alcune dichiarazioni l’unione con i populisti potrebbe perfino sembrare l’opzione preferita. Durante la notte elettorale, il candidato di Ciudadanos, Juan Marín, ha detto che “ci sono i voti per creare il cambiamento”, dove con cambiamento si intende: spodestare il Partito socialista dal governo. Ergo, coalizione di destra con Vox. Lo stesso Rivera ha detto che intende “cacciare il Psoe” dal governo locale, e anche qui, senza i socialisti, rimane una sola opzione possibile. Altre forze del panorama politico spagnolo, come per esempio il Partito popolare, stanno già adottando una strategia dello sdoganamento: il leader conservatore Pablo Casado, che ha impresso una svolta identitaria al suo partito, ha detto che Vox non è un partito “pericoloso” e che anzi è pronto a offrire all’ultradestra poltrone nel governo locale andaluso, se lo desidererà. Ciudadanos non si è certo spinto a tanto e, svanita l’euforia della notte elettorale, ha usato toni di moderazione, ma si tiene aperto tutte le possibilità.

 

Come è ovvio, le elezioni in Andalusia hanno un rilievo regionale, e come tali devono essere considerate. Spesso, a livello locale, i partiti prediligono la tattica alla strategia, e siglano alleanze che sono più indicative delle dinamiche del territorio che dell’ideologia della formazione. Eppure, il semplice fatto di non escludere un’alleanza con Vox è una sconfitta per una forza che aspira a essere un modello europeo di antipopulismo.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.