Donald Trump (foto LaPresse)

Ora anche Trump ha il suo scandalo del tipo “e-mail-di-Hillary”

Daniele Raineri

L'iPhone del presidente americano è stato intercettato da russi e cinesi. Ma ve lo scorderete entro stasera

New York. Il New York Times pubblica uno scoop contro Donald Trump che demolirebbe qualsiasi altra Amministrazione americana e che invece avremo dimenticato domani mattina. Quando Trump parla con gli amici con uno dei suoi iPhone personali le agenzie di intelligence russe e cinesi lo ascoltano. I responsabili della sicurezza hanno avvertito Trump del problema, ma lui continua imperterrito perché non vuole fare le chiamate attraverso le linee fisse della Casa Bianca, che ovviamente sono lo stato dell’arte per quanto riguarda la sicurezza e la difficoltà di intercettazione.

   

Trump ha tre iPhone, due sono stati messi in sicurezza dai tecnici dell’intelligence americana – sono quelli che usa per twittare – ma ne ha un terzo che usa per chiamare persone di cui si fida. I tecnici sostituiscono tutti e tre i telefoni ogni trenta giorni per impedire che qualcuno riesca a impiantare un software pirata così sofisticato da essere invisibile e Trump si lamenta molto perché non si può travasare i dati dei vecchi iPhone su quelli nuovi: c’è il rischio di portarsi dietro l’eventuale software pirata. Ma le conversazioni sono vulnerabili perché possono essere intercettate quando “viaggiano” tra le celle telefoniche. I cinesi, secondo l’intelligence americana che a sua volta li intercetta, hanno compilato una lista degli amici con cui Trump si confida. Tra loro ci sono Stephen A. Schwarzman, il capo del gruppo Blackstone che frequenta molto la Cina, e l’ex magnate dei casinò di Las Vegas Steve Wynn, che continua ad avere affari in Cina.

  

Per i cinesi avere una finestra aperta sulle confidenze di Trump è molto importante, perché sono impegnati in una guerra commerciale contro l’America che potenzialmente è molto dannosa per loro, e hanno cominciato a fare un’opera discreta di condizionamento per manipolare gli amici di Trump e arrivare a fare pressione su di lui. Vogliono convincere il leader americano a incontrarsi il più possibile con il presidente cinese Xi Jinping, perché sanno che fra i due c’è un rapporto eccellente e sanno anche che a Trump piace farsi vedere con persone potenti. Se s’incontrano molto, c’è una possibilità di contenere la guerra commerciale – è il piano semplice del governo cinese.

 

Lo scoop contiene un altro dettaglio strabiliante: Trump usa l’iPhone perché sa che il suo chief of staff, John Kelly, controlla la lista delle chiamate dal telefono fisso nello Studio ovale. Il che vuol dire che il presidente americano preferisce farsi ascoltare dai servizi russi e cinesi piuttosto che far sapere al suo chief of staff chi ha chiamato. E questo dettaglio esce dopo settimane in cui la Casa Bianca ha tentato con astute manovre di public relation di smentire i continui litigi dentro l’Amministrazione, spesso con Kelly al centro. Un paio di settimane fa Trump ha invitato a sorpresa una giornalista del New York Magazine dentro lo Studio ovale per una scenetta molto cordiale con mezzo del suo staff – c’erano Kelly, il vicepresidente Mike Pence, il segretario di stato Pompeo e altri – per dimostrare che va tutto bene. E invece.

 

Uno scoop del genere azzopperebbe un’altra Amministrazione. La campagna di Hillary Clinton è stata soffocata per mesi da una rivelazione simile – quando lei era segretario di stato usò per un certo tempo un server personale per le mail, e non del governo – ma non ci fu alcuna prova che intelligence straniere avessero violato quel server. Qui invece c’è. Per non parlare del fatto che un chief of staff della Casa Bianca si dimetterebbe il mattino dopo se il pubblico scoprisse che non gode della fiducia del suo presidente. L’iPhone di Obama era senza microfono, senza telecamera, non poteva scaricare app e poteva soltanto ricevere mail a un indirizzo speciale. In pratica “mi hanno dato il telefono giocattolo di un bambino di tre anni”, come disse durante un’intervista. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ieri ha commentato così la notizia: “Se sono preoccupati che l’iPhone è intercettato, allora dovrebbero passare a un telefono Huawei”. E giù risate, nell’Èra dove Nulla Apparentemente ha Conseguenze.

  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)