Foto LaPresse

La visita di Conte in Africa è una bella notizia

Massimo Bordin

Economia, diplomazia ed immigrazione. L'importanza degli incontri del premier in Etiopia ed Eritrea 

Domani il presidente del Consiglio sarà in visita ufficiale in Etiopia ed Eritrea. Libero, che nei suoi titoli ama offrire al lettore sensazioni forti, ieri presentava il viaggio presidenziale come una fuga o giù di lì, nella migliore delle ipotesi una perdita di tempo. Non è proprio così. Se mai si può restare stupiti per un atto non privo di logica che questo governo decide sul fronte africano dove finora l’attivismo del truce responsabile del Viminale ha causato più problemi che altro. La riapertura delle relazioni fra i due paesi africani offre notevoli possibilità diplomatiche ed economiche, senza contare l’aspetto legato all’immigrazione.

 

Del resto alla Farnesina, quando ministro era Paolo Gentiloni e presidente del Consiglio Matteo Renzi, venne istituita la figura ad hoc di un inviato speciale per il Corno d’Africa e da allora l’ambasciatore Luciano Pezzotti ricopre quell’incarico che ha dato all’Italia un ruolo significativo nella ricostruzione di una struttura statale in Somalia e una presenza fissa agli incontri internazionali che hanno riguardato l’area. L’importanza strategica del Corno d’Africa è fuori discussione e se una critica va fatta a questa visita è se mai il suo ritardo. Si può però apprezzare che a compierla non sia uno dei due vicepremier.