Il contentino di Juncker all'Italia sull'immigrazione

Enrico Cicchetti

Il presidente della Commissione europea risponde a Conte: "Pronti a coordinare la cellula di crisi, ma è solo una soluzione temporanea". Intanto l'operazione Sophia è a rischio

"L'Italia invoca da tempo, e a ragione, una cooperazione regionale sugli sbarchi", e gli avvenimenti di questo fine settimana "hanno dimostrato un senso condiviso di solidarietà da parte degli stati membri (Francia, Germania, Malta, Spagna, Portogallo e Irlanda) che si sono offerti di accogliere una parte dei migranti sbarcati a Pozzallo", ha scritto il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker nella lettera di risposta al premier italiano Giuseppe Conte.

Qui il testo completo

Tuttavia "queste soluzioni ad hoc non rappresentano un modo di procedere sostenibile": bisogna invece cercare "metodi più prevedibili che si basino sul sostegno europeo, sia dal punto di vista finanziario, sia in termini di sostegno operativo da parte delle agenzie dell'Ue, evitando contemporaneamente ogni fattore di attrazione", aggiunge il lussemburghese. "La Commissione è pronta a svolgere pienamente la sua funzione di coordinatrice" della cabina di regìa dei soccorsi nel Mediterraneo suggerita dal premier Conte, "ma soltanto come tappa in direzione di un quadro più stabile". E "non va però dimenticato che l'Ue non ha competenza per determinare il luogo/porto sicuro da usare per gli sbarchi in seguito a un'operazione di ricerca e salvataggio in mare".

     

"La Commissione continuerà a lavorare ininterrottamente per tutta l'estate, da un lato per sostenere – entro i limiti del suo mandato – gli sforzi degli stati membri, dall'altro per preparare le proposte legislative da presentare in settembre per rafforzare la guardia di frontiera e costiera europea e rendere più efficace la politica di rimpatrio", continua Juncker. Sarà prioritario poi esaminare il modo in cui potrebbero funzionare i "centri controllati" negli stati membri, che Bruxelòles chiede di allestire in cambio della possibilità di ridistribuire quote di rifugiati tra partner europei.

   

La lettera di Conte a Tusk e Juncker


Il 17 luglio, il premier italiano ha scritto ai presidenti di Consiglio e Commissione Ue per chiedere la creazione di un “gabinetto di crisi” europeo che si occupi della gestione dei flussi migratori attraverso il quale si dovrebbe mediare con i paese membri per la ridistribuzione dei migranti arrivati sulle coste europee. “La ridistribuzione dovrebbe essere una prassi e l’Italia non dovrebbe essere costretta a contattare tutti i leader per chiedere collaborazione”, ha scritto Conte.

 

Di cosa stiamo parlando

EunavforMed operazione Sophia è una missione militare lanciata nel maggio 2015 che opera nel Mediterraneo centrale. L'obiettivo è smantellare le reti di trafficanti di esseri umani. Qui abbiamo spiegato che cosa sta facendo l'Europa nel Mediterraneo per controllare le sue frontiere e aiutare gli stati membri nel soccorso ai migranti.

Cliccando sulle navi nel grafico sotto si aprono le pagine relative a ciascuna operazione.

  

La crisi sull'operazione Sophia

Mercoledì a Bruxelles, durante l’incontro del Comitato politico e di sicurezza (Cops) del Consiglio europeo – che torna a riunirsi oggi per discutere la questione –, l'Italia ha chiesto la revisione dell’operazione Sophia: Roma vuole modificarne il piano operativo e stralciare la regola per cui chi viene soccorso in mare sbarca nei porti italiani, dove l’agenzia europea Frontex ha installato centri di identificazione e registrazione dei migranti. Se altri paesi non offriranno di far attraccare i vascelli, Roma boicotterà la missione, che ora è considerata a rischio (avrebbe dovuto terminare il 31 dicembre 2018). Ma è proprio il nostro paese che, con l'ammiraglio Enrico Credendino, comanda l'operazione, che di fatto pattuglia le acque tra Italia e Libia. I partner europei si chiedono cosa vuole fare il governo Conte, se intenda bloccare le navi militari europee e Nato. Il rischio, se la missione venisse congelata, è che il comando venga affidato a un altro stato membro. Alla Spagna, ad esempio, farebbe gola: potrebbe allora spostare tutti i mezzi navali verso le sue coste, dove sono aumentati esponenzialmente gli sbarchi negli ultimi mesi (come indicano i dati dell'Onu).

 

L'operazione Sophia svolge "un ruolo fondamentale per consentire alla Libia di attuare contromisure più efficaci contro l'immigrazione irregolare e di assumere le sue responsabilità nelle operazioni di ricerca e salvataggio in conformità del diritto internazionale applicabile", ricorda Juncker al governo gialloverde. Che, con il ministro dell'Interno Matteo Salvini in prima linea, sta spingendo per far riconoscere il paese africano come "porto sicuro" e permettere così lo sbarco degli immigrati intercettati nel Mediterraneo. "È quindi nel nostro comune interesse che qualsiasi eventuale modifica relativa alle nostre attività in corso sia valutata con la massima attenzione", scrive il presidente della Commissione Ue. E ricorda a Conte che è anche "prevista una revisione del mandato dell'operazione Sophia, che sarà presentata prossimamente". Quella sarà l'occasione per considerare le questioni riguardanti le intese sugli sbarchi che Lei solleva nella Sua lettera".