Matteo Salvini con il tedesco Horst Seehofer e l'austriaco Herbert Kickl (foto LaPresse)

Seehofer parla di patto con Italia e Austria sui migranti, ma Salvini è più cauto

Luca Gambardella

A Innsbruck intesa tra "volenterosi" sull'asse Roma-Berlino-Vienna per chiudere le frontiere a chi non fugge effettivamente dalla guerra. Ma il ministro leghista vuole anche l'accordo con gli altri stati membri 

I ministri dell'Interno di Italia, Germania e Austria oggi a Innsbruck hanno fatto fronte unico e hanno trovato un accordo per la chiusura delle frontiere. Un "patto dei volenterosi", l'hanno definito Matteo Salvini, il tedesco Horst Seehofer e l'austriaco Herbert Kickl, che vogliono che a raggiungere l'Europa sia soltanto chi effettivamente fugge dalla guerra. "Sarà una soddisfazione se le proposte italiane potranno diventare europee con una riduzione delle partenze, degli sbarchi, dei morti e dei costi. Se il modello italiano diventerà europeo è motivo di orgoglio", ha spiegato Salvini in conferenza stampa. "Condividiamo gli stessi obiettivi: meno arrivi, meno morti, meno migranti sia in Italia sia in Germania".

 

L'intesa raggiunta dai tre governi a Innsbruck sarà proposta agli altri ministri dell'Interno dei paesi membri dell'Ue e poi, in caso di un eventuale accordo, al Consiglio europeo. Il punto di partenza è che una volta risolto il problema dei movimenti primari dei migranti – cioè gli arrivi nei paesi di frontiera, come l'Italia e la Grecia – porre fine a quelli secondari sarà "un piccolo problema", come ha detto Seehofer. Il ministro tedesco punta tutto proprio su quest'ultimo aspetto per portare a casa un risultato politico decisivo per la Csu in vista delle elezioni autunnali in Baviera, e in grado di mantenere in piedi il governo con la Cdu di Angela Merkel.

 

Ma se il ministro tedesco si è detto speranzoso di raggiungere un'intesa totale con l'Italia entro il mese sui movimenti secondari, Salvini è rimasto più cauto. La posizione di Roma è che gli accordi bilaterali con Vienna e Berlino non bastano. Prima di riprendersi in patria i migranti che si sono registrati in Italia e che poi si sono spostati in Germania e Austria serve una posizione europea forte per la gestione delle frontiere esterne. Per questo, da settimane, sia Kickl sia Seehofer spingono per la creazione di "piattaforme di sbarco" gestite dall'Ue fuori dai confini europei, per risolvere il problema dei movimenti primari. Kickl ha proposto anche una revisione delle procedure di verifica delle richieste di asilo sottoposte dai rifugiati, con una "commissione mobile" operativa presso i centri di accoglienza creati in queste piattaforme, al di fuori dei confini europei. A Innsbruck gli stati membri ne discuteranno tutti insieme per la prima volta. Difficile però che si arrivi a un'intesa che coinvolga tutti, sia gli stati membri sia i paesi dell'Africa del nord. Marocco, Libia e Tunisia hanno già declinato oggi offerta europea per aprire altri campi di accoglienza di migranti provenienti dall'Africa.

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.