Soldati nordcoreani fotografano i soldati sudcoreani e americani al confine tra le due Coree (foto LaPresse)

Non attraversate la linea gialla!

Giulia Pompili

La vita sul confine tra le due Coree cambia, per il giorno più importante dal 1953

La Zona demilitarizzata, dal lato della Corea del sud, da anni è stata trasformata in una specie di Disneyland per turisti in cerca di esotiche esperienze da Guerra fredda. Funziona così: si prende un pullman da Seul, in un’oretta (senza traffico) si arriva al Ponte dell’Unificazione di Paju, che oggi è un checkpoint militare. Un soldato sale a bordo, e accompagna il gruppo all’interno della DMZ: a questo punto solo quattro chilometri vi separano dal 38° parallelo, dalla Corea del nord.

 

L’accompagnatore ha la divisa della US-ROK Combined Forces, il comando che gestisce l’area di sicurezza congiunta, un militare addestrato e trasformato in guida turistica. Il copione è sempre lo stesso: a partire da questo momento è vietato fare fotografie e video, potete prendere lo smartphone solo quando ve lo diciamo noi, da questa parte potete osservare il secondo checkpoint e ora scendete, siamo arrivati. La prima tappa è il visitor center, lo spaccio militare a uso turistico dove si vendono magliette e bicchieri con la scritta “In Front of Them All!”, il motto del comando. Qui, in una sala conferenze, un altro soldato fisicato, di solito americano, spiega le regole: quando arriviamo sul confine per nessun motivo al mondo dovete provare ad avere un contatto con i soldati nordcoreani. Ma soprattutto non provate ad attraversare nemmeno per sbaglio la linea gialla per terra, perché vi sparano addosso.

 

Da lì in pochi minuti si arriva al “villaggio dell’armistizio”, un gruppo di prefabbricati blu dove è stato firmato l’armistizio nel 1953, in mezzo ai quali passa la famosa linea gialla. Tutto intorno, soldati coreani immobili come statue, con gli occhiali da sole per evitare il contatto visivo con chiunque. Oltre la linea gialla c’è la Corea del nord. E’ qui che il presidente sudcoreano Moon Jae-in forse attraverserà la linea gialla e andrà incontro al leader nordcoreano Kim Jong-un. Il summit si svolgerà nella Casa della pace, in territorio sudcoreano, ma non è carino aspettare un ospite dentro i propri confini, almeno così dicono le voci di corridoio riguardo al protocollo. Ieri i funzionari di Nord e Sud, che hanno iniziato a prendere accordi logistici per il grande evento di venerdì, hanno detto che Moon e Kim si incontreranno prima di mezzogiorno, e che pure i giornalisti sudcoreani potranno attraversare la linea gialla liberamente, senza che nessuno gli spari addosso. Nel 2007, durante l’ultimo summit intercoreano, l’allora presidente sudcoreano Roh Moo-hyun si fece in macchina da Seul a Pyongyang. Arrivato sul confine, scese dall’auto, prese per mano sua moglie, e oltrepassò il confine a piedi, mostrando per bene gli orologi ai loro polsi made in North Korea. Ad accoglierli, dall’altra parte del confine, non c’era nessuno. Kim Jong-il li aspettava direttamente a Pyongyang.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.