Beatrice and Sidney Webb. Foto Library of the London School of Economics and Political Science

La lezione dei coniugi Webb nel Regno Unito

Paola Peduzzi

“I centristi devono permeare di idee i partiti esistenti, piuttosto che inventarsene di nuovi”. Un nuovo think tank cerca di riempire il vuoto del centro (da destra)

Milano. Beatrice e Sidney Webb erano convinti che per cambiare il Regno Unito, e anche un po’ il mondo, fosse necessario “permeare” i partiti e il dibattito culturale “di idee”. “Permeare” è inteso come uno slancio assoluto: i coniugi Webb, fondatori della Società fabiana, della London School of Economics e del magazine New Statesman (“i nostri figli”), permeavano di idee ogni invito a cena nel loro chiacchieratissimo salotto, ogni incontro pubblico, per non parlare del loro matrimonio, come ha raccontato Beatrice in “Our partnership”, libro-diario postumo in cui il marito, Sidney, è sempre “the other one”. Oggi molti intellettuali e commentatori nel Regno Unito (ma non solo, l’esigenza è molto diffusa) invitano a ricordare lo slancio dei Webb, “nuove idee devono colonizzare vecchi partiti e reindirizzare vecchi dibattiti”, scrive Adrian Wooldrige, autore della rubrica Bagheot dell’Economist: “I centristi devono permeare di idee i partiti esistenti, piuttosto che inventarsene di nuovi”.

   

Il centro della politica è oggi un luogo molto vuoto, di leader e soprattutto di idee, e per questo permeabile. L’istinto radicale che anima i movimenti populisti – e i loro elettori – e anche parecchi partiti una volta più moderati – come il Labour britannico – ha avuto il sopravvento. Wooldrige ne dà una spiegazione impietosa: “I centristi hanno fatto un lavoro eccezionalmente mediocre nel cercare di rimettere insieme la loro filosofia”, perché il problema non è pratico, due chiodi e due mattoni al posto giusto e si ritira su la casa, quanto intellettuale: “All’inizio di questo secolo, i centristi erano convinti di avere trovato una formula vincente: libero mercato sia nella morale sia nell’economia, e la convinzione di utilizzare i profitti della crescita per aiutare i più poveri. Questa filosofia ha colonizzato molti partiti, ma oggi è in rovina”. Il tentativo di rimettere insieme i pezzi del centrismo creando un nuovo partito à la Macron è in molti paesi complicato, nel Regno Unito si dice che è quasi impossibile per via del sistema elettorale. Ma soprattutto perché ci vuole unità, leadership e, ancora una volta idee. In questa settimana sui giornali inglesi si è parlato molto del tanto sospirato “terzo partito”, si dice che ci sono un finanziatore (Simon Franks, filantropo multimilionario fondatore di LoveFilm), circa 60 milioni di euro a disposizione e alcuni leader che si fanno avanti, come David Miliband. Ma c’è poca convinzione sulle possibilità di successo dell’iniziativa, perché i moderati nel Regno Unito (come altrove) sono divisi.

   

C’è chi però prova a concentrarsi sulle idee, provenendo da una direzione differente, cioè dai moderati di destra e non di sinistra, ma puntando sempre al centro, che essendo vuoto resta terra di conquista, per quanto poco fertile. Entro un mese, partiranno i lavori di Onward, un think tank che sarà diretto da Will Tanner, che è stato il vicecapo della “policy unit” a Downing Street, con Theresa May. Con lui ci sarà anche Neil O’Brien, ex consigliere di George Osborne e capo del think tank Policy Exchange. “Vogliamo costruire un nuovo think tank per creare nuove idee e nuovi leader per il centrodestra del Regno”, dice Tanner al Foglio, riservandosi di entrare nei dettagli di queste idee quando Onward sarà lanciato. C’è chi dice che bisognerebbe aggiungere un punto esclamativo dopo Onward, perché sembra un esperimento simile a En Marche! in Francia, visto che vuole superare il “clivage” più forte che c’è oggi in Inghilterra, che non è tanto tra destra e sinistra, quanto tra Brexit e anti Brexit. L’impresa sembra difficile, il dibattito è polarizzato, non si riesce a trovare un compromesso su nulla, figurarsi trovare uno slogan comune e convincere gli elettori. Ma il tentativo resta necessario: il 3 maggio ci sono le elezioni amministrative nel Regno, e il Labour del radicalissimo Jeremy Corbyn pare destinato a un gran successo. Ma i moderati continueranno a sentirsi molto soli, e forse alla fine decideranno di ritrovarsi insieme, in un posto che è ora appare vuoto e spoglio e deprimente, ma è spazioso, con qualche idea nuova potrebbe persino essere comodo.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi