Pavel Grudinin, il candidato del Partito comunista della federazione russa

Chi è l'improbabile sfidante di Putin

Micol Flammini

Pavel Grudinin è il candidato del partito comunista russo e alle elezioni di domenica 18 marzo potrebbe arrivare secondo

Con la massa di capelli grigi a spazzola e i baffoni ricorda vagamente un personaggio della storia russa che di comunismo se ne intendeva, Josip Stalin. E forse piace al suo elettorato che domenica voterà per lui anche per la capacità di evocare queste reminiscenze. Si chiama Pavel Grudinin ed è il nuovo candidato del Kprf, il Partito comunista della federazione russa. Non ha una lunga carriera politica alle spalle ma tutta la sua campagna elettorale gira attorno alle fragole.

 

Una fragola enorme spunta anche dalla sua scrivania, al fianco di una ciliegiona e di due busti di Lenin. D’altronde tutta la sua vita parte dalle fragole, così come la sua fortuna, soprattutto dalle fragole coltivate presso l’azienda agricola di stato Lenin, una cooperativa nelle periferie moscovite dove Grudinin è stato direttore fino al 1995 e di cui ancora oggi possiede più della metà delle azioni.

 

La Lenin negli anni ha reinvestito parte dei suoi profitti in infrastrutture per i suoi lavoratori: grandi appartamenti moderni, parcheggi, asili e scuole. Lo stipendio medio alla Lenin è di 78 mila rubli, più del doppio della media russa, per lo meno è quello che afferma Grudinin, che durante la campagna elettorale non ha mai perso l’occasione di far sapere che lui, il padrone, vive in uno degli appartamenti al piano terra insieme agli autisti dei trattori. Un esempio di virtù socialista che il candidato promette di esportare a livello nazionale se gli elettori domenica 18 marzo gliene daranno la possibilità.

 

Opzione irrealizzabile, il primo posto in Russia è già stato assegnato, appartiene a Vladimir Putin e agli avversari non resta che fare campagna elettorale per il secondo posto dove lo scontro è tra la bella Ksenia Sobchak e il baffuto Pavel Grudinin ai quali bisogna riconoscere il merito di aver reso queste elezioni diverse, variegate, in una parola colorate.

 

 

Lei ha importato il modello dei raduni americani, lo sventolìo delle bandiere, le spille con il motto “protiv vsech”, contro tutti, la partecipazione. Lui ha inventato una nuova categoria politica: il comunismo dall’estetica hipster.
Stando a uno degli ultimi sondaggi condotti dal Russian public opinion research center, il candidato comunista potrebbe arrivare secondo con circa l’8 per cento per voti, a distanza siderale da Putin che probabilmente si attesterà al 50.

 

Ma si tratta comunque di un risultato insperato per il Kprf fino a dicembre, quando alla guida del partito c’era ancora Gennady Zyuganov, per tre volte sfidante del presidente e per tre volte dal presidente sconfitto.

 

Poi è arrivato Grudinin che già durante le elezioni per rinnovare la Duma del 2016 aveva cominciato a fare la sua piccola rivoluzione, rossa ed estetica. Aveva chiamato una squadra di designer e insieme al grafico Igor Petrygin-Rodionov ha riesumato Lenin dal mausoleo e Marx dai compendi di filosofia e li ha trasformati in due giovani hipster del Ventunesimo secolo. Così sui manifesti in giro per la Russia, affissi principalmente davanti alle università, Vladimir Ilic è diventato un ragazzotto con la camicia di jeans, da cui spunta una t-shirt rossa con la falce e il martello, un berretto e soprattutto un portatile Mac sotto il braccio. Apple, falce e martello sono il mantra del nuovo comunismo di Grudinin.

 

 

Vicino a Lenin c’è Karl Marx. Scapigliato e un po’ ribelle, giacca di pelle, immancabile maglietta rossa, stringe in mano una copia del Capitale. Questa nuova hipsteria comunista ha attecchito, soprattutto tra i giovani e se da una parte sono state le promesse del candidato a far brillare gli occhi a parte dell’elettorato, anche la nuova estetica di un vecchio partito ha avuto un ruolo fondamentale.

 

Il suo programma è un’alchimia di tipiche istanze comuniste, nazionalizzazioni, limiti di prezzo su cibi e trasporti e lotta alla corruzione, che Pavel Grudinin diffonde per il paese a bordo di un enorme camion color fragola. Anche la data diciotto marzo, giorno in cui si voterà, è stilizzata con due fragole che compongono le pance del numero otto.

  

 

In realtà, l’ideatore del comunismo hipster è un miliardario che, secondo il Financial Times ha conti bancari in Austria e dietro alla fattoria Lenin si nasconde un’ombra imponente della società russa: Roman Abramovic, l’oligarca proprietario della squadra di calcio Chelsea. Alcuni autisti dei trattori avrebbero perfino smentito che il candidato viva al primo piano della palazzina costruita per i lavoratori a due passi della Lenin.