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Perché Mosca tifa (non troppo) per Lega e M5s

Luciana Grosso

Un report del think thank German Marshall Found analizza i rapporti tra la Russia e i populisti italiani. L'obiettivo del Cremlino: far crescere lo spirito euroscettico senza destabilizzare l'Italia 

Ucraina: potrebbe essere lì, nello Stato che Putin considera argine ultimo all’ingerenza occidentale nelle sue faccende, la ragione di tanto interesse russo per le cose europee e, dunque, per le elezioni italiane. Potrebbe sembrare una triangolazione astratta e poco solida, ma, in realtà, è all’Ucraina e al forte desiderio di tenere l’Europa fuori dagli affari russi che portano gli indizi seminati da Mosca negli ultimi mesi e raccolti dal think tank americano German Marshall Found.

 

Il gruppo, che si occupa di politica internazionale e di Europa, da qualche mese dedica gran parte delle sue fatiche a studiare l’intromissione russa nella propaganda di altri Paesi (il suo sito ospita, tra le altre cose, una sezione che monitora puntualmente l’attività degli account social ritenuti voce della fabbrica del consenso russa) e, pochi giorni fa, ha pubblicato un report dal titolo “Russia, Euroscettici ed Elezioni in Italia”, che prova a spiegare le ragioni per cui, tra tanti partiti, il favore di Putin sia caduto proprio su leghisti e grillini.

 

Benché, almeno ad oggi, non ci siano prove concrete del sostegno russo a leghisti e grillini in termini di finanziamento o supporti diretti, è palese che “si è sviluppato un forte legame tra la Russia e i partiti euroscettici italiani, Lega e M5S - dice il report - rafforzato dal fatto che i sentimenti anti UE dei due partiti italiani, ben si allineano con l'enfasi della Russia sulla sovranità nazionale e con l'ideologia conservatrice di Mosca in merito a immigrazione e politiche sociali”. Dunque a tenere insieme Mosca, Salvini e Casaleggio sono l’insofferenza per l’Europa, per l’austerity e, ovvio, per gli stranieri.

 

Non solo: il legame tra Lega, Cinque Stelle e Russia appare a doppio vantaggio: leghisti e grillini hanno bisogno di Putin non di più di quanto il presidente russo abbia bisogno di loro. “Per Lega e M5S - recita il report -, è utile stringere buoni rapporti con la Russia così da aumentare la loro esposizione internazionale e la loro influenza politica nell'UE; per la Russia, d’altro canto è utile promuovere una narrativa divisiva sui temi di austerity e immigrazione, così da spingere l’UE a concentrarsi sul suo confine meridionale e a non curarsi del suo confine orientale”. E questo è il punto chiave.

 

Quel che a Putin interessa di più è che i due partiti sono latori di una forte carica di euroscetticismo (più marcata nella Lega, più incerta e solo recentemente smussata nel M5S) e si dicono pronti a indebolire l’Europa alla prima occasione. “Il Cremlino -spiegano i ricercatori - persegue la stabilità e lo fa  con ogni mezzo possibile. Questo perché teme che un eventuale cambiamento, quale che sia, nella zona orientale dell’Europa inneschi un effetto domino che possa ripercuotersi sulla sua stabilità interna”. Un modo per dire che Putin e i suoi temono più della grandine le rivoluzioni, gli afflati modernisti, le tracce di progresso, specie se sono alle porte del loro confine occidentale.

 

Mosca ha il sacro terrore che un’Europa giovane, efficace, efficiente e rinnovata possa mostrare interesse per le cose ucraine e che,  magari, un’Ucraina targata UE possa trasformarsi presto in un Ucraina targata Nato. Per evitare tutto questo e accertarsi di avere ai propri confini un’Europa impacciata, lenta a muoversi e, una volta mossa, comunque inefficace, almeno sul fronte della politica estera, la strategia russa prevede di fare in modo che tutte le energie europee siano concentrate sull’interno, sul reggere i colpi delle microscosse telluriche del successo di questo o quel movimento populista e antieuropeista, pronto a uscire dall’Unione e a lacerarne la trama.

 

Detto questo, però, l’analisi americana, esorta anche a non incorrere nell’errore di credere che la simpatia russa verso Lega e M5S sia sperticata e senza condizioni. Al contrario. Il report sottolinea la non ideologicità della Russia putiniana e sostiene che Mosca è impegnata a tenere cordiali rapporti con tutti i partiti italiani, senza sbilanciarsi troppo. Per questo, agli occhi di Mosca, il principale pregio di Lega e pentastellati sta nel fatto di non avere i numeri, da soli, per vincere le elezioni e governare, ma solo per essere abbastanza forti da preoccupare l’UE e (in proporzione) l’Italia. Ma senza indebolirla e destabilizzarla troppo. Ché un partner economico affidabile e generoso (se e quando verranno rimosse le sanzioni) serve sempre. Purché non si impicci degli affari altrui.