La sorella di Kin Jong-un, Kim Yong-nam, e il vicepresidente americano Mike Pence all'apertura dei Giochi invernali di Pyeongchang (foto LaPresse)

Che cosa vuol fare l'America con la Corea del nord?

Redazione

Il vicepresidente americano Mike Pence apre al dialogo con Pyongyang. Ma resta la “pressione" per cercare di smantellare di programma nucleare di Kim Jong-un

Il dialogo tra le due Coree potrebbe essere a una svolta: il vicepresidente americano Mike Pence, che ha presenziato alla cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici e ha incontrato i vertici degli alleati sudcoreani, ha riconosciuto in un'intervista al Washington Post che un confronto diretto con la Corea del nord senza precondizioni è possibile. “Se vogliono parlare, parleremo”, ha detto Pence mentre era in volo verso Washington sull'AirForce 2. Gli Stati Uniti così si schierano – con molte più cautele rispetto a Seul ma anche con un tono distensivo che non era scontato – con la Corea del sud, che ha già tracciato negli scorsi giorni la strategia da seguire per arrivare a una distensione: dialogo parallelo da parte di Seul e Washington con Kim, senza eliminare le sanzioni per mantenere sotto pressione il regime nordcoreano.

 

Prima dell'intervista con Josh Rogin del Washington Post, il vicepresidente americano, a Pyeongchang per partecipare all'apertura dei Giochi olimpici invernali, aveva avuto tutt'un altro atteggiamento: aveva disertato la cena organizzata con i capi di stato e, durante la cerimonia inaugurale, aveva palesemente ignorato la stretta di mano, storica, tra il presidente sudcoreano Moon Jae-in e Kim Yong-nam, sorella di Kim Jong-un. Nei mesi scorsi, lo stesso presidente Donald Trump aveva smentito qualunque ipotesi di confronto diretto col dittatore nordcoreano.

 

 

Ora però le cose sembrano essere cambiate. Il processo di distensione tra le due Coree prosegue, con l'invio di una delegazione nordcoreana all'inaugurazione delle Olimpiadi e poi con l'invito della Corea del nord al presidente sudcoreano, Moon Jae-in, per un vertice a Pyongyang (sarebbe il primo dal 2007). Seul, dopo tre giorni di incontri con Kim Yong-nam, ha rilasciato un comunicato ufficiale del ministero dell'Unificazione sudcoreano in cui viene assicurato il proseguimento dei negoziati col nord, col sostegno della comunità internazionale, per favorire i ricongiungimenti famigliari tra coloro che sono stati divisi dalla guerra e la riduzione della pressione militare. “La Corea del sud sosterrà le sanzioni della comunità internazionale nei confronti del nord, e allo stesso tempo aderirà al principio di risoluzione con mezzi pacifici”, aggiunge il comunicato.

 

L'obiettivo della Casa Bianca resta sempre quello di smantellare il programma atomico di Pyongyang. “Il punto è che la pressione non smetterà finché loro (la Corea del nord, ndr) non faranno qualcosa che l'alleanza ritiene possa rappresentare un passo significativo verso la denuclearizzazione”, ha ribadito Pence al Washington Post.