Theresa May (foto LaPresse)

May e il futuro della Brexit: “Così cambierà la nostra vita”

Redazione

La premier britannica parla delle relazioni con l'Unione europea: “Stiamo lasciando il mercato unico. Né noi, né l'Ue otterremo tutto ciò che vogliamo dall'intesa”. E non offre soluzioni per il confine con l'Irlanda del nord 

Nulla sarà più come prima. Le cose cambieranno. E, a ben vedere, non è una grande novità. Theresa May chiude la settimana parlando del futuro delle relazioni con l'Unione europea. Un altro passo sulla strada verso la Brexit dopo che, pochi giorni fa, il caponegoziatore Ue, Michel Barnier, aveva illustrato il progetto di accordo messo a punto dalla Commissione. Un progetto che per Londra è irricevibile anche se May sa che quella proposta da Barnier è l’unica soluzione possibile, soprattutto per quanto riguarda l'annosa questione del confine tra Regno Unito e Irlanda del Nord.

 

Mercato unico. May ha ammesso che, dopo la Brexit, “la vita sarà diversa”. “Stiamo lasciando il mercato unico. L'accesso ai rispettivi mercati sarà inferiore rispetto ad oggi. Come si potrebbe sostenere la struttura dei diritti e degli obblighi dell'Unione Europa se il Regno Unito - o qualsiasi altro paese - fosse autorizzato a godere di tutti i benefici senza avere, allo stesso tempo, tutti gli obblighi?”

  

 

May ha quindi spiegato che il Regno Unito dovrà assumere “impegni vincolanti” per mantenere, anche dopo la Brexit, gli stessi standard di regolamentazione previsti dall'Ue in alcune aree: “Come in qualsiasi accordo commerciale, dobbiamo accettare la necessità di impegni vincolanti. Ad esempio, potremmo scegliere regolamentare la concorrenza e la gestione degli aiuti di stato rimanendo in linea con gli standard fissati dall'Unione. In questi anni il Regno Unito ha guidato le politiche in questi ambiti e ha molto da guadagnare nel mantenere le corrette discipline sull'uso delle sovvenzioni e sulle pratiche anticoncorrenziali”.

 

Le Agenzie europee. Il Regno Unito, ha proseguito May, sta valutando la possibilità di continuare a far parte delle Agenzie dell'Unione europee. In particolare di quelle che si occupano di industrie chimiche, farmaceutiche e aerospaziali come “l'Agenzia europea del farmaco, l'Agenzia europea per le sostanze chimiche e l'Agenzia per la sicurezza aerea. Naturalmente ci atterremo alle regole di queste istituzioni e forniremo un contributo finanziario adeguato”.

Mercato unico digitale. Dopo la Brexit il Regno Unito uscirà invece, dal mercato unico digitale dell'Unione. “È un settore innovativo in rapida evoluzione, in cui il Regno Unito è leader mondiale. Pertanto sarà particolarmente importante avere una flessibilità interna, per garantire che il contesto normativo possa sempre rispondere in modo agile e ambizioso ai nuovi sviluppi”.

 

L'influenza “legale” dell'Unione. “Anche dopo che saremo usciti dalla giurisdizione della Corte di giustizia, le legge dell'Ue e le decisioni della Corte continueranno a interessarci. Quando lasceremo l'Ue il Withdrawal Bill farà sì che i nostri tribunali siano chiamati ad occuparsi dei singoli casi ma continueranno a guardare alle sentenze della Corte di giustizia, così come fanno per la giurisprudenza degli altri paesi”.

 

Irlanda del nord. May ha ribadito che non accetterà di avere un confine “duro” con l'Irlanda, ma allo stesso tempo non ha avanzato nuove proposte su come si possa arrivare ad una soluzione. In ogni caso la premier britannica ha fatto riferimento alle due proposte alternative di accordi doganali con la Ue contenute in un paper del governo presentato la scorsa estate

 

Do ut des. May ha quindi respinto le accuse dell'Unione secondo cui il Regno Unito vorrebbe un accordo fondato sul principio del “cherry picking” (in senso letterale “raccogliere le ciliegie”, in senso figurato la tendenza a selezionare e scegliere ciò che si ritiene migliore). Insomma né Londra, né Bruxelles otterranno dall'intesa tutto ciò che desiderano.

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