Un gruppo di ragazzi fugge con le mani alzate dal killer di Parkland (foto LaPresse)

Cosa si sa della sparatoria in un campus della Florida

Redazione

I morti sono almeno 17 e l'assalitore è un 19enne sospeso dall'istituto per motivi disciplinari. La polizia dice di avere trovato sul suo conto informazioni "molto molto inquietanti". Si riapre il dibattito sulla vendita delle armi

Ieri un ragazzo di 19 anni, Nikolas Cruz, ha ucciso almeno 17 persone in un campus scolastico di Parkland, che si trova nello stato della Florida, non distante da Miami, prima di essere arrestato dalla polizia circa un'ora più tardi. Si tratta della più grave sparatoria in un complesso scolastico americano dal 2012, quando in Connecticut un altro ragazzo uccise 26 persone. Cruz, un ex studente sospeso dal campus per motivi disciplinari, ha ucciso prima tre persone fuori dall'edificio principale e poi, una volta dentro, ha sparato ad altre 12. Altre tre sono morte più tardi in ospedale per le ferite riportate.

 

  

I feriti ricoverati sono 17, tre in condizioni gravi. All'esterno della Marjory Stoneman Douglas High School, poco prima delle fine delle lezioni, Cruz ha cominciato a sparare, attivando il sistema di allarme antincendio e scatenando il panico. La polizia e le unità speciali degli SWAT sono intervenute subito allontanato tutti dall'istituto di Parkland.

 


La cattura di Cruz da parte della polizia


  

Lo sceriffo di Broward County, Scott Israel, ha definito l'evento "catastrofico". "Abbiamo già iniziato a setacciare i siti e i contenuti sui social network" postati da Cruz, ha spiegato Israel. E sembra che la polizia abbia già trovato "qualcosa di molto, molto inquietante". "Tutti scherzavamo su di lui, dicevamo che avrebbe potuto fare una cosa del genere e alla fine avevamo ragione: è una follia", ha detto un ragazzo alla Cnn. "Era pieno di problemi, aveva le armi perché lo facevano sentire euforico. Una volta me le ha mostrate sul telefono, da allora mi sono tenuto lontano da lui", ha ricordato un altro 17enne.

 

 

Il senatore della Florida, Marco Rubio, ha scritto su Twitter che la sparatoria era pianificata per causare la perdita del "maggior numero possibile di vite umane". Ma Rubio ha anche aggiunto che è troppo presto per potere parlare di una revisione della legge sulle armi: "Prima dobbiamo conoscere i fatti", ha detto. Il governatore, Rick Scott, ha parlato di "male puro" nel commentare gli eventi di Parkland, mentre il presidente americano, Donald Trump, ha scritto sul social network di unirsi alle preghiere per le vittime: "Nessun bambino, nessun insegnante e nessun altro si dovrebbe sentire senza sicurezza in una scuola americana", ha aggiunto Trump.