Foto LaPresse

A proposito di disuguaglianze. "Oxfam è la terza entità più ricca al mondo"

Giulio Meotti

Solo la divisione americana dell'ong ha più denaro del 99,7 per cento dell'umanità

Roma. Non era ancora iniziato il World Economic Forum di Davos che la ong britannica Oxfam, una delle più ascoltate al mondo, sciorinava i suoi dati sulla frattura tra ricchi e poveri. L’un per cento più ricco della popolazione mondiale possiede quanto il restante 99 per cento. Quarantadue ricconi possiedono più di 3,7 miliardi di persone.

 

L’organizzazione non governativa inglese negli anni ha assunto il ruolo di grande censore morale delle disuguaglianze. Ma i dati, spiega oggi il Times di Londra, raccontano un’altra storia rispetto alla solita in cui Oxfam mescola povertà e disuguaglianza: “Nel 1980 il 40 per cento della popolazione mondiale viveva in condizioni di estrema povertà, sopravvivendo con meno di due dollari al giorno. Oggi, solo l’otto per cento deve farlo. Negli ultimi 40 anni abbiamo assistito alla riduzione più drastica della povertà nella storia dell’umanità. Secondo la stima di Oxfam, il mondo sarebbe migliorato se la ricchezza di 42 miliardari fosse semplicemente distrutta”. Secondo i dati della Banca mondiale negli ultimi decenni la percentuale della popolazione che vive in condizioni di povertà estrema è crollata dal 36,4 per cento nel 1990 al 14,5 per cento del 2011.

 

 

Ma a ben guardare, Oxfam fa parte proprio di quell’un per cento esecrato nelle sue geremiadi. Un rapporto dell’Istituto von Mises a firma dell’economista Mateusz Machaj gli ha fatto le pulci. “Oxfam non pratica ciò che predica. E’ una fondazione non diversa rispetto alle normali società sul mercato”. Il Mises analizza la sezione americana di Oxfam. “Secondo la loro dichiarazione finanziaria, il patrimonio netto totale di Oxfam US è di circa 69 milioni di dollari. Come entità legale significa che la divisione americana di Oxfam, da sola, ha accumulato un valore superiore a quello del 99,7 per cento dell’intera popolazione mondiale. Alcuni potrebbero dire che è un’entità legale, non una persona, e allora? La ricchezza è ricchezza, giusto? Stiamo semplicemente affermando l’ovvio: le attività di Oxfam sono già superiori al 99,7 per cento della popolazione. Questa è una concentrazione impressionante di ricchezza! Ovviamente possiamo dividere queste risorse per numero di dipendenti, che ammontano a 351 persone. A testa, l’importo è di quasi duecentomila dollari. È ancora oltre il 92,5 per cento della popolazione mondiale”.

 

Si può anche misurare il reddito nazionale di Oxfam US. “Secondo i loro salari, la retribuzione e gli altri benefici per i dipendenti sono circa 34 milioni di dollari all’anno (il 38 per cento del budget). Significa fondamentalmente che il reddito nazionale pro capite è di quasi 97.500 dollari all’anno. Ciò significa che Oxfam US è il terzo paese più ricco del mondo. Solo il Qatar e il Lussemburgo sono più ricchi. Oxfam US stacca facilmente Kuwait, Singapore, Norvegia, Svizzera, Stati Uniti e Svezia, tra gli altri. Sembra un ottimo posto in cui vivere: ‘creare una soluzione duratura alla povertà, alla fame e all’ingiustizia globale’ è particolarmente utile per chi lo pratica”.

 

Oxfam spende il 25 per cento dei suoi fondi in salari e costi di gestione. Come ha scritto il Daily Mail, Oxfam ha speso 103 milioni di sterline, mentre solo 298 milioni delle sue entrate globali di 401,4 milioni di sterline sono stati utilizzati in beneficenza. Nonostante sia uno dei più noti enti di beneficenza anti povertà del mondo, Oxfam ha premiato i dirigenti con salari e benefit di dimensioni bancarie. L’organizzazione caritatevole ha pagato sette dei suoi capi più importanti e anziani per un totale di 700 mila sterline, oltre a vantaggi come contributi per le spese scolastiche private per un massimo di tre figli.

 

Ovviamente, l’Istituto Mises sta giocando con gli stessi argomenti dei crociati dell’anti povertà. “La stessa Oxfam deve ricorrere a questa demagogia per la semplice ragione che soltanto perché qualcuno è ricco e l’altro è povero, ciò non significa che una cosa sia causalmente collegata all’altra. Di fronte alla tesi su quanto siano ricchi, Oxfam probabilmente risponderebbe: ma assumiamo persone preziose, dobbiamo assumere quelle intelligenti, gestiamo un’azienda. Precisamente! Proprio come quelle otto persone che hanno più ricchezza combinata rispetto all’altra metà della popolazione. Tra questi abbiamo Mark Zuckerberg, che ha creato la piattaforma multimediale più popolare nella storia dello scambio di idee; Jeff Bezos, che ha creato una delle piattaforme di vendita più efficaci della storia, o Bill Gates, i cui contributi al business dei computer sono numerosi (stranamente, Gates è uno dei principali donatori di Oxfam). Questi grandi imprenditori hanno fatto di più per aumentare la ricchezza di milioni di persone rispetto a Oxfam”.

 

E’ ora che Oxfam realizzi finalmente che la società non è necessariamente un gioco a somma zero. “Può diventarlo quando il governo porta via i soldi da A e li dà a B. Eppure nel mercato questo non è il caso. Il mercato crea un valore aggiunto, non toglie nulla a qualcuno per darlo a qualcun altro”.

Di più su questi argomenti:
  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.