Foto tratta dal profilo Twitter di Bilal Sarwary

C'è stato un attacco agli uffici di Save the Children a Jalalabad. Lo Stato islamico rivendica

Redazione

Alle nove un'autobomba è esplosa davanti al cancello degli uffici dell'organizzazione non governativa nella città dell'Afghanistan e un gruppo terrorista ha assaltato la struttura

[articolo aggiornato alle 18,20] Erano le nove del mattino (le 4,30 in Italia) quando a Jalalabad, nella regione orientale dell'Afghanistan al confine con il Pakistan, un'autobomba è esplosa davanti al cancello degli uffici dell'organizzazione non governativa di Save the Children. Secondo quanto riportato da Ataullah Khogyani, portavoce del governo provinciale, alla Bbc si tratterebbe di un attacco kamikaze (anche se un testimone che si trovava all'interno del complesso ha dichiarato all'agenzia di stampa Afp che a colpire il cancello sarebbe stata una granata lanciata da un uomo). Sempre secondo quanto riporta la televisione inglese un gruppo terroristico avrebbe subito dopo assaltato la struttura causando almeno quattro morti, tre membri di Save the Children e un militare, e dodici feriti.

 

L'attacco è stato rivendicato dallo Stato islamico. Secondo la rivendicazione lanciata a Amaq, il canale usato dallo Stato islamico per diffondere le notizie, l'attacco è stato compiuto da un attentatore suicida a bordo di un'autobomba seguito da tre guerriglieri che hanno fatto irruzione dopo lo scoppio e hanno preso di mira Save the Children. 

 


Le immagini dell'attentato

 

L'Ong sebbene abbia deciso momentaneamente di sospendere le sue operazioni in tutto il paese, dopo aver sottolineato come sia "scioccata e sconvolta dalla violenza", ha ribadito che continuerà "ad aiutare i bambini più svantaggiati dell'Afghanistan". 

   

 

  

 

L'attacco a Jalalabad è arrivato pochi giorni dopo l'attacco dei talebani all'Hotel Intercontinental di Kabul, che ha provocato almeno 20 morti, tra cui 13 stranieri.

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