Un'immagine dell'hotel Inter-Continental di Kabul (foto LaPresse)

Da Kabul a Tripoli, gli hotel che raccontano la storia della regione

Rolla Scolari

L'albergo della capitale afgana attaccato sabato dai talebani è uno dei luoghi simbolo attraverso i quali ripercorrere quello che è successo in questi anni in medio oriente e non solo. Ecco quali sono gli altri

L'hotel Inter-Continental di Kabul è, come recita lo slogan che campeggia nell'homepage del suo sito internet, l'hotel “storico” del paese. Situato su una collina nella parte ovest della città e inaugurato il 9 settembre del 1969, è stato il primo albergo di lusso dell'Afghanistan. Proprio per questo la sua clientela è stata ed è, in gran parte, composta da stranieri. Sabato 20 gennaio, alle 21, un commando ha fatto irruzione nell'hotel. Il bilancio provvisorio è di almeno 18 morti (tra di loro 4 afgani) e decine di feriti. Secondo i testimoni le vittime potrebbero essere molte di più e durante l'attacco gli assalitori gridavano: "Dove sono gli stranieri?". L'hotel è stato liberato dopo 17 ore di combattimenti, i talebani hanno rivendicato l'assalto spiegando che è stato condotto da 5 mujaheddin e che nell'albergo era in corso un incontro fra responsabili militari stranieri e personalità del governo afgano. L'Inter-Continental era già stato colpito nel 2011 da un commando talebano. 

  

  

Gli ospiti del Ritz-Carlton di Riad sono stati nelle ultime settimane gli oltre 200 principi, vertici militari, alti funzionari della corte saudita arrestati a novembre per volere di Mohammed bin Salman, erede al trono. E il servizio offerto dal lussuoso albergo è stato quello di ottenere da loro in cambio della libertà – l’hotel è servito da temporanea prigione – ingenti somme di denaro per colmare le casse in sofferenza dello stato.

 

Il Ritz-Carlton è tornato da poco ad accettare prenotazioni. La crisi è risolta e ora l’albergo è entrato di diritto nella lista di quegli hotel che, come l'Inter-Continental di Kabul, raccontano la storia complessa della regione: ex palazzi di bay e pasha, ambiziosi grattacieli, casermoni in stile sovietico tra le cui mura hanno soggiornato, tramato, negoziato leader di nazioni e di eserciti, o nei corridoi dei quali si sono vinte o perse guerre.

 

 

Sorgono a pochi metri l’uno dall’altro l’Holiday Inn e il St. Georges di Beirut. O quel che resta del loro passato. In quelle vie vicino al mare, lungo quello che era il fronte del conflitto civile, si è combattuto dal 1975 al ’76 la cosiddetta “guerra degli hotel”. Per la sua posizione e perché con i suoi 24 piani era un impareggiabile asset militare, l’Holiday Inn era obiettivo ambito. Oggi, annerito dal ricordo dei combattimenti, con addosso i segni dei colpi d’artiglieria, resta uno scheletro vuoto nel folle boom immobiliare di Beirut. E’ in rovina anche il leggendario St. Georges, simbolo di quel Libano passato conosciuto come la “Svizzera del medio oriente”: sulla terrazza affacciata sul Mediterraneo si ritrovavano tra gli altri Brigitte Bardot, Liz Taylor, Richard Burton. 

 


  

 L'Holiday Inn di Beirut

 

Una vecchia foto dell'hotel St. Georges di Beirut 


   

In Siria, un’altra guerra ha messo fine ai fasti dello storico hotel Baron di Aleppo, a pochi passi dalla linea di demarcazione che ha diviso negli ultimi anni la città: la parte controllata dal regime di Bashar el-Assad e quella in mano alle forze ribelli. Il balcone da cui re Faisal ha dichiarato nel 1918 l’indipendenza del Paese e da cui nel 1958 Gamal Abdel Nasser ha arringato la folla è servito durante il conflitto ad accogliere gli sfollati.

 

 

Nel maggio 2015, lo Stato Islamico, allora in controllo di Mosul, in Iraq, ha fatto enorme pubblicità alla riapertura del Nineveh Oberoi Hotel, unico cinque stelle della città. Nella realtà, l’albergo, decorato con le bandiere nere dell’ISIS, non ha mai ripreso la sua attività, ma l’operazione di PR dell’iperattiva propaganda de Califfato è finita sui media di tutto il mondo.

 


 

Il Nineveh Oberoi Hotel di Mosul


  

Dalla stanza 906 dello goffo blocco di cemento dell’hotel al-Rasheed di Baghdad, il 17 gennaio 1991 Peter Arnett della CNN ha fatto il primo collegamento live da una zona di guerra. L’America aveva iniziato a bombardare da poche ore. Nel 2003, quando le forze americane sono entrate in città, hanno subito distrutto il mosaico gigante con la faccia di George W. Bush che serviva da pavimento alla lobby (lo avrebbe voluto lo stesso rais Saddam Hussein in segno di disprezzo nei confronti dell’ex leader americano). L’hotel Palestine, casa per decine di corrispondenti stranieri durante gli anni della presenza americana in Iraq, si trova invece proprio a pochi metri da quella piazza Firdos dove sorgeva la statua di Saddam, abbattuta dai soldati americani al loro ingresso in città.

 

CNN: "Peter Arnett's Reports from Baghdad" | 1992 duPont-Columbia Award Winner from Alfred I. duPont Awards on Vimeo.

 

 L'hotel Palestine di Baghdad

  


 

L’American Colony, nella parte araba di Gerusalemme, ha ospitato personalità come Lawrence d’Arabia e più recentemente Tony Blair, che tra quelle stanze, in qualità di inviato di Nazioni Unite, Unione europea, Stati Uniti e Russia, ha tentato di negoziare tra israeliani e palestinesi. A ovest, le stanze del King David sono servite da quartier generale alla potenza coloniale durante la Palestina del mandato britannico. Nel 1946, un attentato terroristico del gruppo paramilitare sionista Irgun ha sventrato un’ala dell’albergo, uccidendo 91 persone: inglesi, arabi ed ebrei. Oggi, l’hotel ospita gli incontri tra i premier israeliani e i leader stranieri in visita.

 

  

E’ finita invece in fiamme l’epoca gloriosa dello Shepheard Hotel del Cairo, simbolo coloniale perché base dell’intelligence inglese in Egitto. Nel 1952, quando l’ira anti-britannica della popolazione scoppiò in moti rivoluzionari, lo Shepheard fu il primo obiettivo. E’ stato ricostruito poco dopo, altrove, ma non ha mai recuperato l’antico fascino.

 


  

 Lo Shepheard Hotel del Cairo

 


  

Sorgeva su una collina da cui prese il nome l’hotel Anfa di Casablanca, la città marocchina delle spie e delle trame internazionali durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1942, è lì che concordarono la strategia per mettere fine al conflitto il presidente americano Franklin D. Roosevelt, il premier britannico Winston Churchill e il generale francese Charles de Gaulle.

 


 

 L'hotel Anfa di Casablanca

 


 

La storia più recente ricorda il famigerato cinque stelle di Tripoli, Libia: il Rixos, dove nel 2011 durante la caduta del regime del colonnello Muammar Gheddafi, a 35 giornalisti stranieri è stato impedito di lasciare l’albergo, mentre fuori si combatteva per il controllo della città e il futuro del paese. 

 

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