Martin Schulz con Angela Merkel (foto LaPresse)

C'è Koalition e Koalition. Pressioni dell'Spd su Schulz per un accordo con la Merkel

Giovanni Battistuzzi

Perché il presidente della Repubblica e il partito socialista stanno cercando di convincere il segretario ad accettare un nuovo accordo con la Cdu

Esclusa la possibilità della coalizione Giamaica, vagliate le ipotesi di un governo di minoranza, di un'altra maggioranza (impossibile), di nuove elezioni, il futuro della Germania potrebbe non essere diverso dal recente passato, ossia dal terzo governo Merkel. La Grosse Koalition esclusa a gran voce dal segretario dell'Spd, Martin Schulz, potrebbe essere ancora un'opzione. Schulz l'ha sempre esclusa – "un accordo con la Cdu è fuori discussione" – ma il nein di ieri oggi non è stato riproposto ed è stato sostituito con un più moderato: “L'Spd è pienamente consapevole delle proprie responsabilità", addolcito ancor più dalla certezza che "troveremo una buona soluzione per il nostro paese nei prossimi giorni o nelle prossime settimane". Insomma, "nulla al momento può essere a priori escluso".

E' la rivincita del principio base della Germania, quel “sehr praktisch”, molto pratico, su cui si fondano la cultura tedesca, le abitudini e le aziende, vita privata e vita economica. Praticità e funzionalità.

Martin Schulz ha provato a seguire un indirizzo politico basato sul disimpegno governativo, convinto che la Jamaika-Koalition potesse reggere: quattro anni all'opposizione per riformare il partito, per sistemarlo e renderlo di nuovo competitivo dopo il fallimento delle ultime elezioni. Ma il progetto di un governo Cdu-Verdi-Fdp non ha retto, si è afflosciato ancor prima di nascere dopo la chiusura delle trattative da parte dei liberali. Con il saluto del leader dell'Fdp, Christian Lindner, alle contrattazioni ecco che il tempo dell'ideologia è finito pure in casa socialista. "C’è sempre più pressione su Schulz perché in molti considerano irresponsabile il suo atteggiamento”, ha detto l’ex deputato Spd ed ex presidente della commissione Difesa del Bundenstag Reinhold Robbe. Irresponsabile nei confronti del partito, perché “nuove elezioni sarebbero un grosso problema” ha detto il vicepresidente Ralf Stegner, ma soprattutto verso il paese: "Dopo il fallimento della coalizione Giamaica e l'inizio di nuovi colloqui esplorativi, ci troviamo in una situazione decisamente diversa rispetto alla sera post elettorale, quando il nostro partito aveva escluso la riproposizione della Grosse Koalition", ha detto alla Sueddeutsche Zeitung l'ex ministro della Sanità Ulla Schmidt, aggiungendo che "i colloqui con Steinmeier (il presidente socialdemocratico della Repubblica federale, ndr) devono condurre il più rapidamente possibile a un governo capace di governare. Abbiamo abbastanza problemi in Europa e anche in Germania per aspettare ancora".

 

Serve un governo e serve molto pragmatismo per formarlo. La pressione del capo dello stato sul suo partito per un ritorno alla stabilità politica è sempre più forte e gran parte dell'elettorato socialista (secondo un sondaggio della Welt, oltre il 60 per cento) non sarebbe sfavorevole a un ritorno al governo. La Cdu poi si è sempre dimostrata possibilista a una riedizione della Grosse Koalition. Perché forse ha ragione Lindner a dire che "meglio non governare che governare male", ma Merkel rimane sempre dell'idea che sia meglio governare e farlo bene.