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L'ossessione sensazionalistica per Kim

Redazione

Il discorso del leader nordcoreano per Capodanno è cauto e razionale, ma tutti guardano il “bottone” 

E’ davvero una nuova minaccia, quella che il leader nordcoreano Kim Jong-un ha lanciato durante il tradizionale discorso di Capodanno? Da oggi si parla un po’ a sproposito di un “bottone” posizionato sulla scrivania di Kim – unico dettaglio che ha guadagnato l’apertura dei media internazionali – ma quel “bottone”, in realtà, era inserito in un contesto ben più articolato e meno spaventoso di quanto si pensi. Anzitutto: al netto della consueta retorica anti americana, la frase completa pronunciata da Kim Jong-un è stata (così come tradotta dal coreano da Nk News): “Gli Stati Uniti non saranno mai in grado di iniziare una guerra contro di me e contro il nostro paese. L’intero continente americano si trova all’interno del raggio delle nostre armi nucleari e il pulsante nucleare è sulla scrivania del mio ufficio. Questa è la realtà, non una minaccia”. Il messaggio che intende mandare il leader di Pyongyang è che l’arsenale nucleare continua a essere usato come deterrente, e che la decisione di un eventuale attacco è solo nelle sue mani, sotto la sua personale responsabilità. La parte più importante del discorso di Capodanno però non riguarda il “bottone”, ma le Olimpiadi che la Corea del sud ospiterà tra poco più di un mese. Kim ha detto chiaramente che i rapporti tra Seul e Pyongyang vanno ricostruiti con il dialogo, e non esclude l’ipotesi di mandare una “delegazione alle Olimpiadi” (si tratterebbe, nel caso, soltanto della coppia di pattinatori artistici nordcoreana che si è qualificata per i Giochi) – in ogni caso, dice il leader, i problemi tra Nord e Sud sono problemi che vanno risolti nella penisola, non altrove. Viviamo tempi strani, in cui anche quando ribadisce l’ovvio, il leader Kim Jong-un scatena il panico sui media.

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