A che punto è il processo per l'estradizione di Puigdemont

Il tribunale di Bruxelles ha rinviato al 14 dicembre la decisione  sull'estradizione verso la Spagna dell'ex governatore della Catalogna, in esilio in Belgio

Redazione

Il 14 dicembre la giustizia belga deciderà se concedere o meno l'estradizione verso la Spagna di Carles Puigdemont, auto-esiliato governatore della Catalogna. Assieme a Puigdemont ci sono altri quattro membri dell'esecutivo catalano oggetto del mandato d'arresto europeo, che si sono rifugiati in Belgio il 30 ottobre scorso. Madrid li vuole processare per sedizione e ribellione. Intanto la Corte suprema spagnola ha decretato che i 4 leader indipendentisti, tra cui l'ex vicepresidente catalano Oriol Junqueras, dovranno rimanere in carcere in attesa del processo per sedizione e ribellione, considerata uno dei crimini più gravi in ​​Spagna, con una pena detentiva fino a 30 anni. Altri sei ex esponenti del governo catalano potranno invece essere rimessi in libertà sotto cauzione di 100.000 euro ciascuno.

 

 

I detenuti sono considerati prigionieri politici dal fronte indipendentista in quanto hanno attuato il referendum sull'indipendenza senza violenza, requisito previsto nel reato di ribellione. Dalla mezzanotte di lunedì 4 dicembre si apre ufficialmente la campagna elettorale per le elezioni del 21 dicembre in Catalogna. Un nuovo sondaggio, condotto dal Centro spagnolo per la ricerca sociologica (CIS) tra gli elettori catalani alla fine di novembre, suggerisce che i partiti indipendentisti scenderanno a strettissimo rispetto alla maggioranza assoluta nelle elezioni di dicembre. In Belgio, gli avvocati della difesa di Puigdemont e dei suoi assistenti hanno esortato le autorità a non rimandarli in Spagna perché lì, se sottoposti a processo, sarebbero a rischio di "violazione delle garanzie legali".  Secondo i legali, l'estradizione sarebbe sbagliata perché il mandato di arresto europeo emesso dalla Spagna elenca reati che non hanno equivalenti nella legge belga.