Come procedono i negoziati tra militari iracheni e peshmerga

Adriano Sofri

Cronache dal Kurdistan, dove si è riunito il Parlamento curdo. Barzani si dimette e propone una una “distribuzione” dei poteri presidenziali su tre organi: il governo del KRG, il Parlamento e la Corte di giustizia

Kurdistan, domenica, giorno feriale e reso irrespirabile da ieri sera da un'opacità che chiamereste nebbia se non fosse vento e sabbia, ingente come succede sì e no una volta all'anno.

 

L’ultimatum iracheno ai curdi, che sarebbe scaduto sabato sera è stato prolungato sine die, e ripresi i colloqui a Mosul, con la partecipazione americana. Esponenti curdi, come l’ex-ministro del governo iracheno Hoxhar Zebadi, hanno intanto ricordato che Fishkhabur non è in territorio “conteso”, ma appartiene al governatorato di Dohuk. Fishkhabur è importante per gli iracheni e ancor più per i loro provvisori alleati turchi, oltre che per il braccio di oleodotto che vi transita, ricongiungendosi con l’oleodotto principale da Kirkuk a Ceyhan, nel Mediterraneo, perché è l’unica comunicazione fra il Rojava siriano e i militanti del Pkk, che la Turchia considera suoi mortali nemici. Ma Fishkhabur, come ha ricordato MSF, i medici senza frontiere, è anche l’unico passaggio umanitario per l’enorme numero di persone sfollate o profughe tra la Siria e il Kurdistan.

 

C’è un tentativo di trasformare l’improvvisato e circoscritto “negoziato” fra militari iracheni e peshmerga a Mosul in una vera trattativa sull’insieme dei problemi, così come li definisce, ignorato, l’art.140 della Costituzione irachena. Intanto il governo di Baghdad intende sostituire al governatorato di Kirkuk (che i “traditori” del Puk immaginavano di loro spettanza) una conduzione attraverso un commissario militare. 

 

A Erbil si è riunito il Parlamento curdo, votando a maggioranza di tenere la sessione a porte chiuse. Ha ascoltato la lettera di Masud Barzani che annuncia il suo ritiro dalla presidenza: dimissioni esposte nella forma di una rinuncia a ripresentare la candidatura per un ulteriore turno. La lettera di Barzani propone anche una “distribuzione” dei poteri presidenziali su tre organi, il governo del KRG, il Parlamento e la Corte di giustizia. Il partito Gorran, che nacque da una scissione del Puk di Suleymanyah ed è all’opposizione, vorrebbe che i poteri presidenziali provvisori passassero invece direttamente al presidente del Parlamento, che è un loro esponente. Ricordo che la rottura fra Pdk, il partito di Barzani, e Gorran, portò alla sospensione del Parlamento per due anni: è la prima volta oggi che Gorran torna a prender parte a una seduta parlamentare. I suoi esponenti hanno rumoreggiato per protesta e la seduta è stata sospesa per un’ora – quando ne scrivo, alle 17 di domenica: qui da oggi siamo avanti di due ore.

Di più su questi argomenti: