Mariano Rajoy (foto LaPresse)

Rajoy vuole sospendere l'autonomia della Catalogna

Redazione

Il premier spagnolo ha svelato le misure per l'applicazione dell'articolo 155. Tra le proposte la destituzione del governo di Barcellona e il commissariamento del Parlamento locale

Il premier Mariano Rajoy ha deciso le misure da adottare contro la Catalogna in applicazione dell'articolo 155 della costituzione spagnola (quello che concede all'autorità centrale il potere di riprendere il controllo della comunità nel caso quest’ultima "non ottemperi agli obblighi imposti dalla Costituzione o dalle altre leggi, o si comporti in modo da attentare gravemente agli interessi generali della Spagna"). Il governo spagnolo ha deciso di proporre al Senato la destituzione del presidente catalano Carles Puigdemont, del vicepresidente Oriol Junqueras e di tutti i membri del Govern. L'amministrazione catalana rimarrà ufficialmente in piedi, ma sarà di fatto commissariata dal governo centrale.

 

Il governo, inoltre, ha esteso gli effetti del 155 anche al Parlamento di Barcellona, mossa inattesa dai media. Madrid si è riservato diritto di veto assoluto su tutte le leggi che contraddicano la Costituzione e lo Statuto di autonomia regionale. L'applicazione di questo articolo dà inoltre al governo la possibilità di sostituire i dirigenti dei Mossos d'Esquadra, la polizia catalana sospettata di disobbedienza nei confronti di Madrid.

L'obiettivo del governo, ha detto Rajoy, è quello di riportare la regione a uno stato di normalità legale e costituzionale, e poi, "entro sei mesi", convocare nuove elezioni. Il premier ha concordato le misure con il segretario del Partito socialista, Pedro Sánchez, e con il leader di Ciudadanos, Albert Rivera. 

 

A Barcellona, alla notizia dell'applicazione del 155, si sono scatenate manifestazioni spontanee di protesta. Per le 17 è prevista una grande marcia degli indipendentisti, mentre Carles Puigdemont parlerà alle 21. 

 

In base al calendario di lavori parlamentari, le misure proposte oggi da Rajoy saranno approvate dal Senato il 27 ottobre.

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