Emmanuel Macron durante la sua intervista a Tf1 (foto LaPresse)

Da Obey a Enrico Letta, tutti i simboli della prima intervista tv di Macron

Mauro Zanon

Nel suo studio all'Eliseo il presidente francese ha risposto per oltre un'ora alle domande di tre giornalisti. E si è distinto dai suoi predecessori per la scelta di attorniarsi di vari oggetti dal valore altamente simbolico

Parigi. “Credo fermamente che la vita politica moderna debba riscoprire il senso del simbolismo”. Con queste parole, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha riassunto, in un’intervista rilasciata al settimanale Spiegel, tutto il suo amore per i simboli, ritenuti importanti quanto le parole per trasmettere messaggi politici ai suoi concittadini.

 

  

Ieri sera, per la prima volta dall’inizio del suo mandato da inquilino dell’Eliseo, ha rilasciato un’intervista televisiva, durante la quale ha risposto per un ora e un quarto alle domande dei giornalisti David Pujadas, Anne-Claire Coudray e Gilles Bouleau. Il “grand oral”, come viene chiamato in Francia, è un esercizio di comunicazione tradizionale nella storia della Quinta Repubblica, dove Macron, tuttavia, si è distinto dai suoi predecessori per la scelta di attorniarsi di vari oggetti dal valore altamente simbolico. Mentre insisteva sull’importanza della pedagogia delle riforme, gli 11,4 milioni di telespettatori incollati su Tf1 e Lci, non potevano non notare le due opere che sovrastavano il presidente e i tre giornalisti nel bureau dell’Eliseo.

  

 

La prima, alle spalle di Macron, intitolata “Liberté, Egalité, Fraternité” (foto sopra), è stata realizzata dallo street artist americano Shepard Fairey, cresciuto nell’universo punk californiano e conosciuto anche con il nome di Obey. Al centro del dipinto, i cui diritti sono stati ceduti da Fairey dopo gli attentati jihadisti del novembre 2015, campeggia Marianne, simbolo della République, e la stessa immagine, come racconta il Parisien, è diventata un murale che ha colorato la parete di un edificio popolare del Tredicesimo arrondissement di Parigi. L’importanza dell’opera, che già troneggiava nel quartier generale di En Marche!, quando Macron era ancora candidato alle presidenziali, sta anche nel fatto che Shepard Fairey è conosciuto per aver ideato il celebre poster blu, bianco, rosso “Hope”, raffigurante l’ex presidente americano Barack Obama, utilizzato per la campagna del 2008. “Sono veramente soddisfatto di vedere che gli elettori francesi abbiano respinto l’estrema destra. In quanto progressista, sono prudentemente ottimista dopo l’elezione di Emmanuel Macron e seguirò la sua politica”, aveva dichiarato Fairey subito la vittoria del candidato di En Marche!.

 

 

L’altra opera, situata alla sinistra di Macron, è un arazzo dell’artista belga Pierre Alechinsky, intitolata “Lavande”. Figura di spicco dell’arte contemporanea, Alechinsky ha già espresso il suo stile per affrescare altri luoghi della République francese, come l’Assemblea nazionale e il ministero della Cultura, e molti dei suoi lavori sono esposti al Centre Pompidou.

 

Il tavolo attorno al quale si discuteva di politica economica, riforma del lavoro, sicurezza e lotta al terrorismo, è stato realizzato dalla designer americana Florence Knoll, le sedie sono state curate dal francese Patrick Jouin, e il tappeto costellato di diamanti che decorava il pavimento è opera dell’artista contemporaneo Claude Lévêque, influenzato dal movimento punk e dalla new-wave.

 

Il responsabile di BuzzFeed News in Francia, Stéphane Jourdain, grazie anche alle otto telecamere che hanno ripreso l’intervista televisiva, è riuscito a individuare i titoli di tre libri: “Vers le monde de 2030”, dell’economista francese Michel Camdessus, “André Malraux raconté pars ses proches”, di Alain Malraux, ma soprattutto “Faire l’Europe dans un monde de brutes”, dell’ex premier italiano Enrico Letta, che da Macron è stato appena chiamato per entrare a far parte della Commissione pubblica per la riforma dello Stato e della Pubblica Amministrazione, il “Comité Action Publique 2022”.

  

  

Sopra un’altra pila di libri, si nota un ciottolo blu, bianco, rosso. È il ciottolo del progetto “86 galets pour l’éternité”, pittato dagli allievi di una scuola elementare di Nizza, in memoria delle vittime degli attentati del 14 luglio 2016. L’oggetto, come riportato da Nice-Matin, era stato offerto al presidente lo scorso 14 luglio, in occasione della cerimonia di commemorazione delle 86 vittime della promenade des Anglais. Infine, sopra il caminetto, spiccano i modellini in scala di un razzo di Arianespace e di un veivolo Canaidar de la sécurité civile, una lampada da minatore, e un quadretto con su scritto: “Chi dice che è impossibile, non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo” (Albert Einstein). Come per il ritratto ufficiale, un marcato eclettismo assieme a un equilibrio tra tradizione e modernità, hanno fatto da sfondo alla prima intervista televisiva di Macron in diretta dall’Eliseo. E pare che dietro tutto, stando alle informazioni di Rtl, ci siano la mano e il gusto di Brigitte.

 

Di più su questi argomenti: