La copertina del nuovo libro di Lydia Guirous

"I benpensanti sono i nuovi collabò", ci dice la battagliera Lydia Guirous

Mauro Zanon

Serve una rivoluzione culturale per emancipare i musulmani

Parigi. Su Bfm.tv, qualche giorno fa, Lydia Guirous ha fatto rizzare i capelli al conduttore, che da un’intellettuale musulmana non si sarebbe mai aspettato una presa di posizione così dura nei confronti della propria religione. “Bisogna depurare il Corano, è urgente (…) Vorrei che le autorità musulmane europee si riunissero per depurare il Corano da tutta la sua parte violenta, retrograda, omofoba, antisemita e misogina”.

 

Lydia Guirous, saggista francese nata in Algeria, con una parentesi da portavoce dei Républicains tra il 2015 e il 2016, è la donna più esposta del momento nella lotta contro l’avanzata dell’islamismo in Francia, accanto alla scrittrice Leila Slimani e all’ex ministra per le Politiche giovanili di Sarkozy Jeannette Bougrab. Dopo “Allah est grand, la République aussi” e “#Je suis Marianne”, nel quale ha raccontato la sua esperienza di jeune femme fuggita dalla guerra civile in Algeria per raggiungere la Francia e le sue libertà, Guirous è tornata nelle librerie con “Ça n’a rien à voir avec l’islam?” (Plon), un appello ai compatrioti musulmani e non, affinché siano create le basi per un sussulto contro l’islamismo, che sta conquistando sempre più spazi nelle società occidentali.

 

“L’iniziativa non deve partire dagli stati, ma dai responsabili religiosi musulmani. Sono loro che devono avviare il processo per rendere l’islam compatibile con l’occidente e i suoi valori, ossia la libertà individuale, la libertà di coscienza, l’uguaglianza tra uomini e donne, la tolleranza e la superiorità del potere temporale sul potere spirituale”, dice al Foglio Guirous. “E’ una rivoluzione culturale che deve essere lanciata al più presto perché permetterà l’emancipazione degli stessi musulmani. Questi non possono far sentire la propria voce soltanto per dire sistematicamente ‘non ha nulla a che vedere con l’islam’. Come la Chiesa e gli ebrei, anche i musulmani di Francia devono adattare la loro religione ai paesi in cui vivono. Abbiamo il diritto di criticare l’islam perché ci sono dei passaggi nel Corano che sono criticabili, violenti, misogini, omofobi, che invitano a uccidere. Bisogna ugualmente condannare il reato di apostasia, perché oggi i musulmani non hanno libertà di coscienza, né il diritto di mettere in discussione la fede che hanno ereditato. E’ una rivoluzione che sarà salutare, emancipatrice ed è giunto il momento di farla. E’ urgente”.

 

Ogni giorno i fatti di cronaca ci mostrano che l’islamismo avanza in ogni settore della società, non solo in Francia, dove le derive dell’islam sono sotto gli occhi di tutti, ma ovunque in Europa. Tuttavia, una parte delle élite occidentali continua a far finta di nulla, ostinandosi a dire che l’islamismo non ha nulla a che vedere con la religione musulmana. “Le élite progressiste occidentali spesso sono le prime a dire ‘ça n’a rien à voir avec l’islam’: sono i nuovi collaborazionisti. Queste élite benpensanti, che credono di essere gentili per il fatto di non criticare i musulmani, considerati come i nuovi proletari, favoriscono in realtà l’ascesa dell’islamismo, che è un nuovo fascismo. I benpensanti sono i nuovi collabò, sono loro che fanno sì che ci siano islamisti ovunque, nella polizia, nei giornali, nella scuola”, dice Guirous. E aggiunge: la rivoluzione culturale che porterà l’islam nella modernità partirà dalle donne, “sono loro a dare la vita, sono loro le prime vittime dell’islamismo e sono loro che educano le generazioni che verranno”.

 

“Lancio un appello a tutte le donne musulmane affinché si tolgano questo velo della vergogna che gli oscurantisti impongono loro. Le donne musulmane devono rialzarsi come hanno fatto le donne occidentali con i movimenti femministi. Deve esserci un femminismo nei paesi arabi, che porti alla separazione tra la sfera politica e la sfera religiosa”. Da “femminista araba e laica”, come si definisce, Lydia Guirous ha un’ultima riflessione su certe femministe occidentali che “si mobilitano per le donne oppresse in Iran e in Arabia Saudita, ma non fanno nulla per quelle che sono in occidente”: “Sulle donne vittime degli islamisti in Francia e altrove in Europe, bocca cucita, perché ‘non bisogna stigmatizzare, non bisogna fare amalgami tra islam e islamismo’”, attacca Guirous, prima di aggiungere: “E’ un femminismo vigliacco, che assume una postura quando i problemi sono lontani, ma quando sono vicini, preferisce tacere e fare il gioco degli islamisti. Il problema è che quando si è compiacenti con gli islamisti, questi ultimi finiscono per schiacciarvi”.

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