Sonia Sierra (foto profilo Twitter @SoniaSierra02)

“Il referendum catalano sarà soltanto una performance”

Eugenio Cau

Intervista a Sonia Sierra, deputata di Ciudadanos, il partito catalano che è contro l'indipendenza

 

Barcellona. “Quello che sta succedendo adesso in Catalogna è che c'è un gruppo di politici che crede di essere al di sopra della legge e che ha deciso di dichiarare l'indipendenza ammantandosi del rispetto della volontà popolare ma in realtà senza rispettarla per davvero”. Sonia Sierra, deputata di Ciudadanos per il Parlament catalano, è molto combattiva quando parla della sfida indipendentista del Govern di Barcellona.

 

 

Ciudadanos - o meglio, Ciutadans - ha una posizione interessante e scomoda in questo referendum. È un partito di origini catalane, Albert Rivera, il suo fondatore e leader, è nato a Barcellona ed è cresciuto nella provincia catalana, e prima di espandersi come partito centrista e liberale in tutta la Spagna è stato a lungo una forza locale. Ma al contrario della stragrande maggioranza dei partiti di origine catalana, Ciudadanos non ha nessuna simpatia per la causa indipendentista, anzi: a Madrid, il partito di Albert Rivera è uno dei principali alleati del primo ministro conservatore Mariano Rajoy nella lotta per fermare il referendum. 

 

Questo ha fatto di Ciutadans il bersaglio preferito delle forze secessioniste catalane. La casa dei genitori di Rivera è stata vandalizzata più volte con scritte offensive, le sedi di Ciutadans nelle città catalane sono spesso attaccate e la deputata Sierra conferma al Foglio che lei e i suoi compagni sono vittima di continui insulti sui social media. “Ma questo non vuol dire che Ciutadans sia un partito odiato, anzi, alle ultime elezioni locali siamo stati uno dei partiti più votati in assoluto”, segno che è intorno a questa formazione locale piu che intorno ai partiti tradizionali spagnoli che si è coagulato il voto dei catalani contrari alla secessione. “L'1-O non ci sarà un referendum: sarà una performance”, ci dice Sonia Sierra. “Non c'è un vero comitato elettorale, non c'è stata vera campagna, i contrari non hanno davvero avuto la possibilità di iscriversi. Questo non è un referendum”.

 

 

Nel progetto di Ciutadans per il dopo referendum c'è anzitutto una mozione di censura contro le forze indipendentiste al Parlament. Servirà a poco, perché gli indipendentisti hanno la maggioranza. Il secondo passo, ben più importante, sarà quello di chiedere elezioni anticipate, “per consentire ai catalani di esprimersi per davvero”.

 

Ma come tutti, anche o Ciutadans sono appesi al gioco di azioni e contromisure delle due parti in causa, il Gobierno di Madrid e il Govern di Barcellona. Finora, Rivera e i suoi hanno sostenuto in maniera abbastanza convinta ( con qualche esitazione) la linea dura di Mariano Rajoy, ma ora il rischio di una degenerazione è alto. Se Rajoy dovesse invocare l'articolo 155 della Costituzione spagnola, che prevede l'annullamento dell'autonomia della Catalogna, potrebbe Ciutadans, partito sinceramente catalano, appoggiare ancora il governo?

 

Su questo Sonia Sierra non vuole esprimersi, ed è evidente che Ciutadans spera di non essere costretto a prendere parte a questo tipo di scontro. “Le risposte devono essere proporzionali”, dice Sierra. “Ma se i politici indipendentisti vogliono farsi beffe della legge, bisogna appoggiare lo stato di diritto, il suo governo e il suo potere giudiziario”.

 

“I politici indipendentisti credono ormai di avere i superpoteri: sono convinti che nessuno possa toccarli”, dice Sierra. La deputata ricorda che le colpe della degenerazione della situazione in Catalogna sono molte, e che i politici di Madrid, specie Mariano Rajoy con i suoi popolari, hanno contribuito ad alzare la tensione mantenendo costantemente una posizione ostile al dialogo. “Ma sono stati gli indipendentisti, alla fine, che hanno voluto mettersi al di sopra della legge, e questo non è tollerabile”.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.