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La Russia e i no vax, in bilico tra severità razionale e simpatia ideologica

Micol Flammini

Il ministro della Salute russo: "Antivaccinisti? allora niente giorni di malattia pagati"

Roma. I vaccini sarebbero obbligatori anche in Russia. Proprio come da noi. E proprio come da noi esiste chi di vaccini non vuole sentire parlare. La polemica va avanti da circa un anno e si è inasprita da quando le autorità hanno segnalato un focolaio di morbillo a Mosca che ha colpito soprattutto bambini. Erano tutti non vaccinati, figli di famiglie abbienti che si erano rifiutate di sottoporli alla profilassi che è appunto obbligatoria ma non è soggetta a controlli: i bambini possono andare a scuola senza che i genitori siano costretti a esibire certificati, basta un’autocertificazione.

 

I no vax in Russia stanno aumentando, alcuni sono mossi da credenze religiose, altri, storia già sentita, dalla paura che i vaccini siano tossici o causino l’autismo (che è totalmente infondata, nel caso non si fosse ancora capito). All’inizio il governo non aveva fatto attenzione alle proteste degli antivaccinisti, il movimento esisteva ma era una minoranza molto piccola che poi si è gonfiata negli ultimi anni soprattutto grazie ai social network.

 

Adesso i dati sul possibile ritorno di malattie quasi debellate, come il morbillo, hanno spinto Veronika Skvortsova, ministro della Salute, a prendere in considerazione la possibilità di imporre delle sanzioni. “Se un bambino si ammala – ha detto Skvortsova in un’intervista in tv – è colpa dei genitori che si sono rifiutati di vaccinarlo, quindi devono essere puniti”. Tra le punizioni sono previste multe e anche che “le assenze per malattia non saranno retribuite, dato che lo stato non ha alcuna possibilità di convincere i genitori con la ragione, bisogna ricorrere ad altre soluzioni”, ha detto il ministro.

 

Gli antivaccinisti sono subito insorti sui social e hanno trovato un capofila d’eccezione: Anna Kuznetsova, commissario per i diritti dell’infanzia, che ha voluto commentare le proposte del ministero sulla sua pagina facebook: “Capisco che la Skvortsova voglia promuovere la prevenzione ma non posso essere d’accordo quando dice di voler togliere il diritto ad avere delle assenze per malattia pagate. Questo si ripercuote sui bambini”. La Kuznetsova in Russia è un personaggio noto soprattutto per le sue idee pro-life e per avere fatto commenti contro la scienza in pubblico e in numerose occasioni. Ha portato avanti una campagna a favore della telegonia, una teoria sulla natalità basata su credenze popolari. Di lei aveva scritto anche Bloomberg, per commentare la decisione del presidente russo Vladimir Putin di nominare a capo della Commissione dei diritti dei bambini un personaggio così discusso. Secondo il media newyorkese la psicologa ultra conservatrice riflette la volontà del capo del Cremlino di far gestire i rapporti tra l’Amministrazione e la società da anti riformisti e reazionari. Anche Vedomosti, uno dei più importanti quotidiani di economia in Russia, le aveva dedicato un articolo e l’aveva eletta a simbolo della nuova svolta ideologica di Putin. La Kuznetsova inoltrè sposata con un sacerdote ortodosso e, com’è noto, il presidente russo sta stringendo sempre di più i suoi legami con la chiesa. Riguardo alla questione dei vaccini, il commissario per i diritti dell’infanzia ha detto che il ministro della Salute non può stabilire con certezza che determinate malattie sono state contratte “perché i bambini non hanno ricevuto le vaccinazioni necessarie” e soprattutto “la punizione non è uno stimolo, anzi crea un rifiuto e così aumenterà il numero di persone che diffidano della medicina”, ha concluso la Kuznetsova.

 

Veronika Skvortsova è ministro della Salute dal 2012, è neurologa ed è stata eletta settantesimo presidente dell'Associazione mondiale della sanità. In Russia ha cercato di portare avanti una campagna per il cambiamento delle abitudini alimentari, che non ha avuto molto seguito e ora anche il suo impegno nel campo dei vaccini rischia di infrangersi. Le vaccinazioni obbligatorie e gratuite sono nove e contrastano: epatite b, tubercolosi, difterite, pertosse, tetano, poliomielite, rosolia, orecchioni e morbillo, ma in Russia la fiducia dell’opinione pubblica nei vaccini è molto bassa. A sottrarsi al trattamento sono soprattutto le famiglie che vivono nei centri urbani. Nelle campagne, invece, sembra che le persone tendano ad affidarsi di più alla medicina.

 

Per ora la questione resta confinata a questo botta e risposta tra il ministro e il commissario. Un dibattito interno a due istituzioni governative, tra due personaggi approvati dal capo del Cremlino. Qualcuno dovrà pur vincere questo scontro e forse, seguendo i suggerimenti di Bloomberg, il nome del vincitore potrebbe anche rivelare qualcosa di più della strategia di Putin.

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