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Il nuovo antisemitismo in Francia e la triste dimenticanza di una certa sinistra

Mauro Zanon

Poiché la maggior parte delle violenze contro gli ebrei sono commesse da aggressori islamisti, la sinistra teme la stigmatizzazione e sceglie di tapparsi la bocca, per non “gettare olio sul fuoco”. Un'inchiesta del settimanale Express

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Parigi. “Siete ebrei, avete i soldi! Lo prendiamo a voi per darlo ai poveri!”. Con queste parole, qualche settimana fa, Mireille e suo figlio sono stati aggrediti e sequestrati per più di tre ore nella loro casa di Livry-Gargan, nel dipartimento Seine-Saint-Denis, lì dove le famiglie di confessione ebraica si contano oramai sulle dita di una mano. Un fatto di cronaca che non poteva passare inosservato, perché consumatosi a pochi mesi di distanza dall’assassinio di Sarah Halimi, ebrea francese di 65 anni, accoltellata e scaraventata dalla finestra, al grido di Allah Akbar, dal suo vicino di casa musulmano, Kobili Traoré. Dalla strage di ebrei commessa dal jihadista Mohamed Merah, nel 2012, al sequestro di Livry-Gargan, le manifestazioni di un nuovo antisemitismo riempiono le pagine dei “fait divers” dei giornali francesi, e piombano la comunità ebraica nella paura di un abbandono.

   

È il “nuovo malessere degli ebrei francesi”, come scrive il settimanale Express nel suo ultimo numero, il malessere di una comunità che si sente minacciata dall’antisemitismo dilagante e vittima dell’indifferenza generale dei media. “Perché così tanto imbarazzo da parte di alcune persone a parlare di razzismo antiebraico? Perché tanta precauzione nel trattare questo problema mediaticamente?”, si chiede l’Express. Quest’anno, a Noisy-le-Grand (Seine-Saint-Denis), una famiglia di confessione ebraica ha trovato nella sua cassetta delle lettere una pallottola di kalashnikov accompagnata da insulti antisemiti, mentre ad Anet, nel dipartimento Eure-et-Loir, è la scritta “Hitler aveva ragione, bisognava mettere tutti gli ebrei nei forni”, che una coppia ha trovato sulla porta di casa. In Francia, i cittadini di religione ebraica rappresentano meno dell’uno per cento della popolazione, ma secondo i dati del ministero dell’Interno sono vittima della metà degli atti razzisti commessi in Francia.

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Stando a quanto riportato dall’Express nella sua inchiesta, negli ultimi cinque anni, il 40 per cento degli episodi razzisti è stato a danno degli ebrei. E gli autori, ben lontani dal profilo dello skinhead affiliato all’estrema destra, come una certa sinistra continua a sostenere, sono per la maggior parte di cultura islamica. Il silenzio della gauche dinanzi all’aumento esponenziale degli episodi di antisemitismo, che costringono ogni anno migliaia di ebrei all’aliyah, ossia al ritorno in Israele, è stato denunciato sulle pagine dell’Express dall’intellettuale laica Elisabeth Badinter.

  

“Ciò che mi ha spinto a scrivere, è ciò che è accaduto a Sarah Halimi. Il silenzio mediatico e politico attorno al martirio di questa donna mi ha perturbato enormemente. Non mi capacito di come sia stato possibile, in Francia, tenere nascosto questo atto atroce per più due mesi”, ha scritto la Badinter. Poiché la maggior parte delle violenze contro gli ebrei sono commesse da aggressori islamisti, la sinistra teme la stigmatizzazione, l’accusa di “islamofobia”, e dunque sceglie di tapparsi la bocca, per non “gettare olio sul fuoco”, come scrive il settimanale parigino. E si dimentica. “Non capisco come mai l’uccisione da parte di Mohamed Merah di tre bambini nel cortile di una scuola ebraica non si imprima nella memoria. Non capisco perché questo atto di natura nazista, dove una bambina di sette anni è stata presa per i capelli per essere colpita con una pallottola in testa, non sia entrato nella memoria collettiva”, commenta Badinter, che denuncia il “malheureux oubli”, la triste dimenticanza di una certa sinistra francese. Prima di concludere: “Non lasciate gli ebrei combattere da soli”.

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