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Le sanzioni non spaventano Kim. La Corea del nord lancia un altro missile

Redazione

Il razzo è partito da una base vicina alla capitale Pyongyang e ha percorso 3.700 chilometri sorvolando l'isola giapponese di Hokkaido. Poteva colpire la base americana di Guam 

Alcuni avevano indicato come data più probabile il 9 settembre, anniversario della fondazione della Repubblica Democratica Popolare di Corea. Altri il 10 ottobre, festa della fondazione del Partito dei Lavoratori. Kim Jong-un ha scelto il 15 settembre per rispondere, con il lancio di un missile, alle sanzioni decise dall'Onu contro la Corea del nord. Sanzioni che, mercoledì, erano state rigettate da Pyongyang che le aveva definite “un'odiosa provocazione”. Sempre nello stesso giorno la Corea del Sud aveva condotto una serie di esercitazioni militari, lanciando per la prima volta i missili avanzati Taurus. 

 

 

 

E così, di provocazione in provocazione, oggi è arrivata la risposta di Kim Jong-un. Stamattina, intorno alle 6.57 ora locale (mezzanotte in Italia) un missile è partito dalla base nordcoreana di Sunan, poco distante dalla capitale Pyongyang, ha percorso 3.700 chilometri toccando un altezza di 770 chilometri, ed è caduto in mare, dopo averla sorvolata, a circa 2.200 chilometri ad est dell'isola giapponese di Hokkaido. 

 

 

Il premier giapponese Shinzo Abe ha subito condannato il test missilistico sottolineando che “se la Corea del nord continuerà a percorrere questa strada il futuro non può certo essere radioso”. Non solo, ha anche aggiunto che il suo paese “non tollererà più questo tipo di provocazioni”. E mentre il segretario di Stato americano Rex Tillerson attacca Pyongyang e invita Russia e Cina a fare altrettanto avviando azioni concrete perché quanto accaduto non si ripeta, si lavora per capire le prossime mosse di Kim Jong-un.

 

 

Secondo la televisione pubblica giapponese quello lanciato stamattina è un missile balistico Hwasong-12, simile a quello lanciato lo scorso 29 agosto. Rispetto al precedente, però, quello di oggi ha viaggiato circa 1000 chilometri in più, ed ha toccato un altezza massima superiore (770 chilometri contro 550). Proprio la distanza percorsa mostra che il missile avrebbe potuto tranquillamente colpire la base americana di Guam (che dista 3.400 chilometri) considerata da Pyongyang come “una base di invasione avanzata”.

 

In attesa di capire se e quando Kim testerà altri missili balistici intercontinentali (il prossimo passo potrebbe essere il lancio di un Hwasong-14) l'unica cosa chiara, anche per gli analisti, è che la Corea del nord sta continuando ad aumentare la capacità e l'affidabilità della sua tecnologia missilistica. Il mondo, per ora, risponde con il solito copione: il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha convocato una riunione urgente del consiglio di sicurezza. Pochi minuti dopo il lancio, secondo l'agenzia Yonhap, anche la Corea del sud ha sparato due missili balistici in mare simulando un attacco al nord. La guerra delle provocazioni continua. 

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