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Fra l'islam e Corbyn: momentum antisemita

Giulio Meotti

Centomila ebrei non escludono di lasciare l’Inghilterra: 767 incidenti antiebraici finora nel 2017. “Il Labour è complice di questo clima d’odio”

Roma. Dopo la strage sulle Ramblas (16 morti), il rabbino capo di Barcellona, Meir Bar Hen, ha lanciato un terribile j’accuse e invitato gli ebrei a lasciare la città. “Questo posto è perso. Meglio andarsene prima che dopo” in Israele. La nostra comunità “è condannata” sia a causa dell’islam radicale sia per la riluttanza delle autorità a confrontarsi con questo. Per questo Bar Hen ha invitato i correligionari “a pensare di non essere qui per sempre. Li ho incoraggiati a comprare proprietà in Israele”. Parole finora inaudite in Spagna, mentre dalla vicina Francia da anni arrivano numeri terribili. 40 mila ebrei hanno lasciato il paese in quindici anni (ottomila soltanto nel 2015, nel più grande movimento migratorio dalla nascita di Israele nel 1948). Adesso uno scenario simile si prefigura in Inghilterra, che ospita la seconda più grande comunità ebraica in Europa. L’aumento dell’antisemitismo in Gran Bretagna ha fatto sì che un terzo della popolazione ebraica oggi non escluda la possibilità di una fuga (si tratta di quasi centomila persone). La ricerca, commissionata dalla Campagna contro l’antisemitismo, ha anche scoperto che solo il 59 per cento degli ebrei britannici si sente benvenuto oggi nel Regno Unito. Il sondaggio di YouGov ha rivelato anche che più di tre quarti degli ebrei ritengono che l’ascesa di Jeremy Corbyn nel Labour abbia intensificato i livelli di antisemitismo, assieme alla minaccia dell’estremismo islamico.

 

Ieri l’imprenditrice britannica Mandy Bluementhal, 52 anni ed esponente di spicco della comunità ebraica londinese, ha dichiarato di essere così spaventata da aver già pianificato di trasferirsi in Israele. Suo padre, l’ex sindaco di Birmingham Harold Blumenthal, era anche un maggiore dell’esercito, mentre sua madre Vivienne era magistrato. “Corbyn ha creato un’atmosfera che ha dato ossigeno all’odio”, ha dichiarato Blumenthal al Sunday Express. “Sto cercando casa in Israele, non voglio aspettare che qualcosa di brutto mi succeda”.

 

La sinistra laburista Momentum di Jeremy Corbyn sull’antisemitismo e l’odio per Israele ha perso non pochi deputati e amministratori locali, tanto da essere al secondo posto nella lista dei peggiori antisemiti del 2016 del Centro Wiesenthal. L’ex sindaco di Londra, Ken Livinstone, è stato sospeso dal Labour dopo aver affermato che “Hitler era un sionista”. I suoi commenti sono arrivati dopo che Naz Shah, deputata di Bradford West, è stata costretta a chiedere scusa per aver suggerito una “soluzione per il conflitto israelo-palestinese”, ovvero trasferire Israele negli Stati Uniti.

 

Si registra intanto un boom di episodi di antisemitismo in Inghilterra nel 2017. Il Trust for Community Security (Cst) ha appena fatto sapere che tra gennaio e giugno sono state registrate 767 aggressioni a sfondo antiebraico, con un incremento del 30 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ben ottanta gli attacchi fisici. Il direttore generale del Cst, David Delew, ha dichiarato: “L’odio si sta diffondendo”. Il rabbino Alex Chapper ha detto che è stato regolarmente sottoposto a minacce fisiche e verbali da quando è andato a vivere a Ilford, est di Londra, nel 2012. Ai primi di agosto, il quotidiano inglese Sunday Times aveva licenziato un suo opinionista, Kevin Myers, dopo che questi ha scritto sull’edizione irlandese del giornale un articolo dai toni fortemente antisemiti. “Ho notato che due delle presentatrici più pagate della Bbc, Claudia Winkleman e Vanessa Feltz, con il cui ottimo lavoro sfortunatamente non ho familiarità, sono ebree, buon per loro, gli ebrei non sono generalmente noti per cedere il loro talento al prezzo più basso possibile”.

 

Nel 1996 l’Inghilterra fu scossa da un libro dello storico inglese Bernard Wasserstein: “Siamo di fronte all’ultimo atto di un millennio di vita ebraica in Europa”, fu il grido d’allarme di Wasserstein nel libro “Vanishing Diaspora” (La diaspora che svanisce). Lo storico fu tacciato di isteria, ma forse aveva visto giusto. Adesso si teme che un altro grande attentato in stile Tolosa, Bruxelles o Parigi possa innescare un nuovo esilio della comunità ebraica.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.