Oppositori della Brexit vestiti da agenti della polizia doganale a Belfast (foto LaPresse)

La proposta kafkiana di Londra sui confini irlandesi

Redazione

Il Regno Unito propone delle frontiere "fantasma" tra Irlanda del nord e Ulster

Il governo britannico intende garantire dopo la Brexit la libertà di movimento alla frontiera tra Irlanda del nord e la Repubblica d'Irlanda. L'idea di Londra è quella istituire tra i due paesi una sorta di confine invisibile, senza barriere fisiche, ma che Bruxelles ha già definito un'ipotesi "fantasiosa". Sia Dublino sia Belfast hanno sempre dichiarato di non volere chiudere i confini dopo la Brexit ma "l'approccio più ampio" – così viene definito nella proposta dei britannici – nella gestione delle frontiere non può non tenere conto di un punto centrale, dice l'Ue: col venire meno dell'unione doganale si potrà parlare di un accordo commerciale con Londra solo dopo la fine dei negoziati sulla Brexit.

 

Più nel dettaglio, Londra vorrebbe istituire una "nuova partnership di cooperazione" per la gestione della frontiera, l'unica sulla terra ferma che divide il Regno Unito da un paese membro dell'Ue e attraversata ogni giorno da circa 30mila persone. Un modello descritto nel position paper che sarà presentato oggi pomeriggio e che, nelle intenzioni dei britannici, dovrebbe riguardare anche il Mare d'Irlanda, dove un punto di frontiera sarebbe – dice ancora il Regno Unito – economicamente e costituzionalmente insostenibile. Il punto debole della proposta britannica è che, all'atto pratico, imporrà maggiori disagi per lo scambio delle merci (che invece dovranno essere dichiarate e tracciate dal fornitore al consumatore finale) e per la riscossione delle imposte doganali, dalle quali saranno comunque esonerati i commercianti più piccoli. Il sistema dei rimborsi per le tariffe doganali creato dal nuovo sistema creerebbe un vortice burocratico enorme, ha scritto Politico Europe, che definisce "kafkiana" la proposta britannica. I britannici vogliono anche mantenere in piedi il sistema Common Travel Area (CTA) che permette la libera circolazione delle persone senza un controllo dei passaporti. 

 

Anche se Londra afferma di non volere alcuna barriera fisica tra Irlanda e Ulster,  Dublino ha anche chiarito che il problema principale che il governo di Theresa May deve risolvere per il dopo Brexit è quello di dare continuità al processo di pace: "Non accettiamo monete di scambio", ha avvertito un portavoce del governo irlandese.