Anthony Scaramucci (foto LaPresse)

Caino e Abele

Redazione

Scaramucci accusa Priebus di “leaking”, alla Casa Bianca si sfoderano i coltelli

Volano stracci nell’Amministrazione americana. Di nuovo. Questa volta i protagonisti sono il neo direttore alla comunicazione, il maverick Anthony Scaramucci, e il capo di gabinetto meno potente della storia recente, Reince Priebus, uomo d’establishment ed espressione del Partito repubblicano, inserito nella West Wing per tenere un occhio su Trump e finito alla deriva con tutta l’Amministrazione. Non sono bastati gli attacchi via tweet del presidente al suo ministro della Giustizia, Jeff Sessions, che ogni giorno deve ribadire il suo impegno a portare avanti il mandato e ogni giorno pare per lui comunque l’ultimo. Mercoledì sera, su Twitter, Scaramucci ha accusato Priebus di essere il “leaker” che ha fornito a una giornalista di Politico la sua dichiarazione dei redditi.

In realtà il leak era inesistente: Politico aveva ottenuto i documenti semplicemente chiedendoli all’ufficio competente come prevede la legge, ma ormai l’attacco concentrico a Priebus era iniziato: intervenendo in diretta sulla Cnn, Scaramucci ha accusato Priebus di essere il leaker in chief di tutte le notizie riservate che trapelano dalla Casa Bianca ai media, e ha detto che loro due sono come Caino e Abele, per intendere la natura sanguinaria del loro rapporto (e la fine che vorrebbe far fare a suo “fratello”).

 

“Abbiamo un’idea chiara di chi siano le talpe. E di chi c’è al vertice. Le fughe di notizie sono così gravi che 150 anni fa queste persone sarebbero state impiccate”, ha detto. A rincarare la dose ci ha pensato subito dopo la fedelissima trumpiana Kellyanne Conway, pur senza nominare Priebus esplicitamente. In una Casa Bianca ormai completamente fuori controllo, le lotte fratricide sono diventate all’ordine del giorno – ma è la fazione d’establishment che sembra soccombere.

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