Manifestanti anti-Maduro (foto LaPresse)

L'opposizione venezuelana lancia un referendum anti-Maduro

Maurizio Stefanini

Il voto (simbolico) si terrà il 16 luglio, due settimane prima delle elezioni per l'Assemblea Costituente fissate dal presidente 

L'opposizione venezuelana prova ad anticipare le mosse di Nicolas Maduro. Il presidente ha convocato per il 30 luglio le elezioni della Costituente che dovrebbe mettere in mora l'Assemblea nazionale e scrivere la nuova Costituzione. Due settimane prima, il 16 luglio, si svolgerà però il referendum autogestito che l'Assemblea nazionale ha convocato per mettere in mora Maduro. La decisione è stata presa dalla Tavola di Unità Democratica (Mud) in un incontro che si è tenuto oggi al Teatro Chacao di Caracas.

 

Tre i quesiti promossi. Il primo chiede al popolo di decidere se rifiutare o riconoscere l'Assemblea nazionale; il secondo di decidere quale deve essere il ruolo dei funzionari e delle Forze Armate nel ristabilire l'ordine costituzionale; il terzo se appoggiare il rinnovamento dei poteri pubblici e la formazione di un governo di unità e la realizzazione di elezioni trasparenti e libere all'interno del perimetro della Costituzione.

 

Il referendum batterebbe il presidente non solo sul tempo, ma anche in termini di legittimità sostanziale. Maduro, infatti, per assicurarsi una maggioranza, ha annunciato un pasticciato sistema di voto semi-corporativo in cui 463 costituenti sarebbero eletti uno per municipio, salvo i due delle capitali regionali e i 7 di Caracas. In questo modo verrebbero sovrarappresentate le aree spopolate in cui il governo ha più strumenti di controllo. Inoltre, altri 176 sarebbero selezionati tra otto “gremios” (corporazioni) di lavoratori, contadini, studenti, portatori di handicap, indigeni, pensionati, imprenditori e “comunas” (comunità), da cui è presumibile che escano solo fedelissimi del regime.

 

“Che sia il popolo a decidere! – è l’appello della Mud – Il paese e il mondo devono capire che questo è un processo democratico di ribellione popolare”. Con l’appello è stata approvata anche una tabella di marcia che prevede, già nel prossimo fine settimana, la creazione di Comitati di riscatto della democrazia composti da oppositori e chavisti dissidenti. I comitati si sono impegnati da subito a impedire in ogni modo il voto del 30 luglio. E se in principio era stato proprio Maduro a invocare “assemblee cittadine” per formare la Costituente, ora sembra che l'idea gli si sia rivoltata contro. Non solo, prima del 13 saranno anche eletti nuovi magistrati per sostituire quelli di un Tribunale Supremo di Giustizia ormai giudicato illegittimo, mentre entro il 16 verrà costituto il Consiglio Nazionale Elettorale. Se poi il referendum dovesse dare il risultato che la Mud auspica, ci sarà la formazione di un nuovo governo di unità nazionale.

 

Con Maduro restano, per il momento, i militari. Anche se la tradizionale parata del 5 luglio, Giorno dell’Indipendenza, è stata annullata, sembra per i timori del presidente di perdere il controllo delle Forze Armate.