Donald Trump (foto LaPresse)

Trump è indagato per intralcio alla giustizia, scrive il Washington Post

Redazione

Ennesimo leak, forse quello decisivo: da qualche giorno il presidente è finito nell'inchiesta di Mueller sul Russiagate

Scrive il Washington Post che le indagini sul Russiagate potrebbero essere a un momento decisivo: da qualche giorno il presidente americano Donald Trump sarebbe sotto inchiesta per avere ostacolato la giustizia nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti sospetti tra l'Amministrazione americana e Mosca nel 2016. Il quotidiano americano riferisce anche che tre diversi funzionari dei servizi segreti hanno accettato di farsi interrogare dal procuratore speciale Robert Mueller. Si tratta di Daniel Coats, direttore del gabinetto governativo della National Intelligence, Mike Rogers, capo della National Security Agency, e Richard Ledgett, il vice di Rogers.

 

 

Secondo il Washington Post, Mueller ha avviato le indagini nei confronti di Trump qualche giorno dopo la rimozione del capo dell'Fbi, James Comey, avvenuta il 9 maggio scorso. Prima di essere fatto fuori, Comey aveva assicurato al presidente che non era indagato ma Trump, ha rivelato l'ex capo dell'Fbi, lo aveva messo sotto pressione affinché abbandonasse le indagini sui legami sospetti tra Michael Flynn, ex consigliere della Casa Bianca sulla Sicurezza nazionale rimosso a febbraio, e il Cremlino. L'ostacolo alle indagini da parte di Trump, che deve comunque essere tutto provato da Mueller, potrebbe portare a conseguenze gravi per l'Amministrazione, ma con risvolti tutti da chiarire. Secondo la versione più accreditata citata dal Washington Post, è possibile che sia il Congresso, piuttosto che il dipartimento della Giustizia, a valutare eventualmente le accuse a carico di Trump (sempre che siano confermate dalle indagini) e se avviare o meno la procedura di impeachment.

 

Intanto Trump si difende tramite i suoi avvocati, invece che con la sua consueta valanga di tweet. L'intera vicenda è "oltraggiosa, imperdonabile, illegale", ha detto il portavoce del suo legale, che ha ribadito l'assenza di qualunque collusione tra la Russia e il presidente americano, definita una "caccia alle streghe" pilotata dai democratici.

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