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A Mosca arrestano Navalny e arrivano le critiche di America ed Europa

Redazione

Il blogger russo anti-Putin è stato fermato al corteo contro la corruzione che lui stesso aveva indetto

Domenica in 99 città della Russia migliaia di persone sono scese in strada per protestare contro il governo e la corruzione. A indire la protesta è stato dal suo blog Alexey Navalny. Il blogger a Mosca ha provato a guidare la manifestazione ma è stato arrestato dalla polizia, mentre la folla circondava il veicolo nel quale era stato caricato.

 

Oltre a quello di Navalny, l'organizzazione Ovd-Info ha denunciato oltre 700 fermi (la polizia dice che sono stati “circa 500”). L'accusa è di aver partecipato a “una manifestazione non autorizzata a Mosca”. 

L’Unione europea, ha denunciato l’accaduto, chiedendo alla Russia di liberare "senza indugio i manifestanti pacifici". Secondo l’Ue, “le operazioni di polizia nella Federazione russa hanno impedito di esercitare le libertà fondamentali, fra cui la libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, che sono iscritte nella costituzione russa".

 

Condanna anche dagli Stati Uniti che, con una nota del portavoce del dipartimento di Stato americano Mark Toner, attaccano: "Fermare dei manifestanti pacifici, degli osservatori dei diritti dell'uomo e dei giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali”. Per questo "chiedono al governo russo di rimetterli subito in libertà”.

L’ex segretario di Stato Henry Kissinger nel suo intervento all’incontro annuale della Trilateral Commission, avvenuto a Washington durante il fine settimana, ha però sottolineato come “Putin non è Hitler. Negoziare con lui, a condizioni precise, è nell’interesse di tutti”, chiedendo all’amministrazione americana di favorire il dialogo con la Russia in quando “l’alternativa sarebbe uno scontro dannoso per tutti, anche se Mosca non è in grado di sconfiggerci sul piano militare”.

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