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Trump potrebbe fermare le importazioni di petrolio dal Venezuela

Redazione

Per sanzionare Maduro ci sarebbero diverse proposte sul tavolo della Casa Bianca, ha detto una fonte alla Reuters. Intanto nel paese il conflitto è sempre più aspro 

L'Amministrazione americana di Donald Trump sta valutando di introdurre delle sanzioni economiche nei confronti del Venezuela, colpendo il paese di Nicolas Maduro nel settore più strategico di tutti, quello petrolifero. Come riporta Reuters, che cita una fonte anonima della Casa Bianca, "diverse opzioni sono sul tavolo" anche se "non si è ancora vicini a prendere una decisione sul tema". Si parla di introdurre un embargo alle importazioni di greggio venezuelano, una misura con risvolti durissimi per il paese, che è il terzo fornitore di petrolio degli Stati Uniti dopo Canada e Arabia Saudita: secondo la fonte citata da Reuters, a marzo l'8 per cento del greggio importato proviene dal Venezuela. Una seconda ipotesi è invece legata all'esclusione della compagnia petrolifera statale PDVSA dalle gare di appalto americane, come già aveva fatto nel 2011 l'Amministrazione Obama, quando la compagnia aveva fatto affari con l'Iran. 

 

"La preoccupazione che abbiamo è che la situazione peggiori drasticamente", ha detto un officiale americano alla Reuters. "Dobbiamo essere preparati a gestire le conseguenze umanitarie di un collasso del governo". Fin dall'inizio del suo mandato, Trump ha adottato un approccio più duro rispetto al suo predecessore Barack Obama nei confronti del Venezuela. Se finora non ha introdotto sanzioni economiche, scrive Reuters, è per non danneggiare il popolo venezuelano e per non dare a Maduro motivi per accusare Washington di intromettersi negli affari interni allo stato. Intanto nel paese sudamericano la situazione economica e sociale è in piena crisi. Dopo l'esautorazione dei poteri del Parlamento, le proteste contro il presidente Maduro sono diventate sempre più frequenti, portando alla morte di circa 60 persone in soli due mesi. 

     

Un bel reportage di Anastasia Moloney, sempre per Reuters, svela come centinaia di persone siano state coinvolte in un traffico di sfruttamento sessuale verso la vicina Colombia. Si tratta di donne e uomini, migranti ingannati dalla promessa di lavori ben pagati in ristoranti, bar o come collaboratori domestici, costretti poi a finire nel giro della prostituzione. Solo l'anno scorso decine di migliaia di venezuelani hanno attraversato il confine per sfuggire all'inflazione a tre cifre, a un sistema sanitario collassato e alle proteste violente nelle strade. Non sempre però dall'altra parte del confine queste persone hanno trovato ciò che speravano. Il mercato del sesso in Colombia coinvolge circa 4.500 venezuelani, secondo Asmubuli, un'associazione che si occupa di monitorare la situazione nel paese.

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